Catanzaro, presentato il libro "Don Dino Piraino. I suoi pensieri, la sua arte"

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images Catanzaro, presentato il libro "Don Dino Piraino. I suoi pensieri, la sua arte"


  29 ottobre 2025 06:39

di GAETANO MARCO GIAIMO

"Attraverso le vignette, Don Dino mandava messaggi che forse non sempre abbiamo capito, fermandoci alla parte goliardica: recuperando queste immagini ho avuto modo di approfondire, meditare, rifelttere, apprezzando molto di più quanto fosse avanti rispetto a noi". Con queste parole Don Francesco De Simone ha spiegato com'è nata l'idea della creazione del volume "Don Dino Piraino. I suoi pensieri, la sua arte", presentato quest'oggi all'interno dell'Aula Magna "Beato Francesco Mottola" del Pontificio Seminario Teologico Regionale "San Pio X" di Catanzaro, in un evento promosso dall'Aps "Don Dino Piraino" e patrocinato dal Consiglio Regionale della Calabria. Alla presenza di diversi membri della curia, esponenti dell'Arma dei Carabinieri - alla quale il sacerdote di origine siciliana era legato - ma anche suoi conoscenti o parrocchiani, l'iniziativa si inserisce nel percorso messo in piedi dall'Associazione per far sì che l'esempio di una figura che tanto ha lasciato a chi ha potuto conoscerla non vada perduto.

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Il libro costituisce una raccolta di vignette goliardiche realizzate da Don Dino durante gli anni di studio in Seminario, dal 1974 al 1979, commentate da Don Francesco con brevi didascalie utili a capire la vita compiuta tra quelle mura al tempo. La presentazione è stata moderata dal giornalista Valerio Caparelli: prima dei vari interventi, è stato proiettato un video sulla vita e sul messaggio spirituale del sacerdote che ha commosso i presenti, terminato con la lettura di una sua mail privata dalla quale traspare la fede profonda che lo contraddistingueva anche nei momenti di difficoltà. A prendere la parola è stata poi Maria Marino, presidente dell'Aps, che ha ricordato quanto Don Dino fosse "innovativo nel suo modo di raccontare la fede, come quanto ideò le Pillole di Vangelo: con un messaggio sul telefonino alla sera, ti costringeva a fermarti un attimo dopo la giornata frenetica per riflettere. L'associazione vuole portare avanti il suo insegnamento perché siamo convinti che sia ancora possibilie riconoscere nell'uomo in quanto tale quella che lui riconosceva come grandezza di Dio". Il saluto successivo è stato di Don Mario Spinocchio, Rettore del Seminario di Pio X, carica ricoperta in passato anche da Don Dino Piraino: "Tutto ciò che ha realizzato è esteticamente bello ma ciò è stato possibile perché dentro di lui c'era una grande bellezza umana e spirituale: senza di questo tutto ciò che c'è all'esterno non conta".

Sono stati poi letti due messaggi inviati per l'occasione da due figure di spicco dell'ambito ecclesiastico: Don Mimmo Battaglia, Cardinale e Arcivescovo Metropolita di Napoli, che ha voluto Don Dino accanto a lui nel momento della sua consacrazione a Vescovo, e Don Jorge Ignacio García Cuerva, Arcivescovo Metropolita di Buenos Aires, che ha descritto le vignette come "audaci e perspicaci, in grado di catturare in pochi tratti le situazioni estreme della coscienza di un formando". Il curatore della prefazione del libro è Mons. Francesco Milito, Vescovo Emerito di Oppido Mamertina, Palmi: "L'iniziativa di stasera è inedita, perché per la prima volta si presenta un'opera postuma ma anche simbolo di una vita in questa sala; è speciale, perché l'opera non ha precedenti ed ha un soggetto particolare; è opportuna perché aggiunge al Seminario la componente vitale dell'istituto e questo testo dovrebbe avere un posto specialissimo nell'archivio di questo luogo. Il vignettista mette insieme in modo ironico, essenziale ed intuitivo quello che ha dentro, fissando l'argomento con ironia disincatata, mirata e utile, come forma di partecipazione attenta alla vita seminaristica. Don Dino ci insegna così l'ironia come carità di cordialità, che significa saper essere sinceramente, onestamente, elegantemente capace di fare sorridere: non possiamo che ringraziarlo per questo testamento che ci ha lasciato perché lui è stato un giusto".

Il curatore, Don Francesco De Simone, è poi entrato nel dettaglio dell'opera: "Ho conosciuto Don Dino nell'ottobre del 1969 e tra di noi, per i dieci anni che abbiamo passato assieme nel percorso di formazione, si è creato un legame fraterno: tutta la classe di seminaristi '74-'79 si ritrova almeno una volta l'anno e io sono sempre stato nominato il segretario, l'organizzatore di questi incontri. Proprio per questo, quando andai a fargli visita per l'ultima volta nella sua casa a Gagliano, qualche tempo prima di quel nefasto 5 marzo 2018, Don Dino mi consegnò fotografie, dischi, disegni che riguardavano la nostra classe: tra questi, c'erano le vignette realizzate ai tempi del Seminario. Ho compiuto un lavoro di pulizia delle immagini davvero profondo per poter trasmettere agli altri quello che era il suo carattere: nel libro racconto quando, durante uno dei nostri ritrovi annuali, ci annunciò, col suo solito candore, che gli rimanevano pochi mesi da vivere, ricordandoci che durante i funerali predichiamo sempre speranza, quindi non possiamo sottrarci quando tocca a noi. La sua figura ci deve aiutare a riconoscere la santità della porta accanto".

Anche il fratello di Don Dino, Nicola, ha voluto mandare un messaggio, rammaricandosi per "aver vissuto troppo poco con lui" e sottolineando come "più ne sento parlare, più scopro qualcosa in più di una persona straordinaria che ha fatto del dono di sé la sua missione", così come l'Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Mons. Giovanni Pettinato, che ha trasmesso la sua contentezza nel sapere che si stia raccogliendo materiale prodotto dal parroco. Le conclusioni sono state affidate all'Arcivescovo di Catanzaro, Mons. Claudio Maniago: "Io sento la nostalgia di questa figura straordinaria pur non avendo avuto modo di conoscerla direttamente ma solo tramite numerose testimonianze. Don Francesco, con questo strumento, ci ha fatto sbirciare tra le pieghe dell'umanità di quest'uomo e sacerdote in grado di lasciare un'impronta così grande nella nostra diocesi e non solo. In queste vignette non ci sono grandi problemi o riferimenti magisteriali ma volti riconoscibili e personaggi ricorrenti: il libro ci dà una lezione di umiltà e ci invita a saper vedere con occhi privi di cattiveria, facendo ironia senza pressione oppressiva. Dopo questa lettura, sarà ancora più interessante studiare i suoi testi spirituali e siamo contenti di mantenere viva la sua memoria". Prima di salutare, la platea ha recitato assieme il Salmo 91, prima di ricevere la benedizione da Monsignor Maniago: i presenti, da questo incontro, porteranno con sé il ricordo vivo e confortante di un sacerdote che ha saputo accogliere il Vangelo nella semplicità della propria vita, con carisma, umiltà e generosità.


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