di MARCO VALLONE
“La legalità è una precondizione: senza legalità non ci può essere sviluppo sociale e culturale. E' un tema che dovrebbe stare a cuore di tutti, non va delegato solo alle forze dell'ordine. Senza legalità non c'è giustizia, non c'è libertà, non c'è sicurezza. L'illegalità offende l'etica e la morale: offende l'uomo e, paradossalmente, si ritorce verso le persone che commettono i reati. Quindi credo che parlare di legalità non sia mai tempo perso. Bisogna curare questo aspetto con le nuove generazioni che, più di noi, sanno quanto è assurdo il mondo delle mafie”.
Parole chiare quelle di Enzo Bubbo, insegnante e saggista, che ieri pomeriggio ha presentato, presso la sala Sancti Petri dell'Arcivescovado a Catanzaro, il suo saggio “Semi di legalità – dodici stelle contro le mafie”. Questa manifestazione di cittadinanza attiva è stata promossa dall'associazione “A Filanda”, rappresentata dal presidente Giorgio Ventura (presente in sala), in collaborazione con 50&PIU', allo scopo di valorizzare un autore locale che ha trattato temi di sicura rilevanza sociale.
L'opera è in parte autobiografica e traccia l'esemplare percorso compiuto da dodici luminosi personaggi, o compagnie di personaggi, nella lotta contro le mafie. “E' opportuno parlare di legalità – ha affermato l'autore – perché il rischio è l'assuefazione e la rassegnazione. Quindi è sempre il caso di tenere accesi i riflettori su questa problematica che vessa i nostri territori, anche quando non ci sono azioni eclatanti. Cioè anche quando non si spara”. Tra le dodici stelle indicate da Bubbo figura il procuratore nazionale antimafia aggiunto Emilio Ledonne, purtroppo scomparso ormai un anno fa. L'insegnante, durante la presentazione del libro, ha definito il personaggio di Ledonne come fondamentale per la propria esistenza, e ha raccontato del suo incontro con il compianto magistrato: “Questo libro nasce da un'ispirazione, un incontro meraviglioso con un giudice che aveva a che fare con la città di Catanzaro. Mi trovavo a Cropani, era il 10 Agosto 2003 ed ero al premio 'Mar Jonio' a causa dell'invito di un amico giornalista, Luigi Stanizzi. Ad un certo punto si materializza la figura di Emilio Ledonne: un incontro che mi ha cambiato la vita. Incontrandolo, mi sono ritrovato nelle parole usate dallo psicanalista Massimo Recalcati quando parla dell' 'ora di lezione che cambia la vita di una persona'. Perché c'è quello slancio passionale e motivazionale: l'oratore che si identifica con le parole che dice e che trasmette quella passione che sorprende gli ascoltatori al punto da restare colmi di meraviglia”.
Ma non è Ledonne la sola stella contro le mafie cui ha voluto riferirsi Enzo Bubbo. Tra questi personaggi, infatti, risaltano ad esempio anche le figure dei giudici Falcone e Borsellino, oltre che quella dell'attuale Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri. Senza dimenticare il giornalista e attivista Peppino Impastato. “Ci tengo a dire che queste dodici stelle non le ho trovate su google – ha sottolineato Enzo Bubbo -: sono persone che ho chiamato e fatto venire nel mio paese, Petronà (un paese di montagna a 60 km da Catanzaro), per dare voce a testimoni della legalità in contesti dove non manca, e non mancava, l'indottrinamento mafioso. Quindi c'era bisogno di voci autentiche di persone che rischiano la loro vita. Dunque tutte queste 12 stelle, ribadisco, non le ho trovate su internet, ma sono persone che ho conosciuto da vicino: erano così luminose che ho ritenuto necessario invitarle a partecipare ai convegni sulla legalità. Sono veramente felice di questo. E' nata poi l'idea di metterle tutte assieme per parlarne. Alcune di queste figure sono molto conosciute. Però anche personaggi come Renato Cortese (il superpoliziotto che arrestò Bernardo Provenzano ndr.), i ragazzi di Locri, la magistrata Annamaria Frustaci e altre persone che magari non sono molto conosciute hanno una biografia. E ogni biografia, secondo me, indica una biologia, cioè un modo di vivere. E queste persone veramente non smettono mai di splendere, dandoci la possibilità di capire dove sta il bene e dove sta il male”.
Nel corso del pomeriggio ha dialogato con l'autore la professoressa e dirigente scolastica in quiescenza Marcella Crudo, e ha inoltre tenuto a portare i propri saluti all'iniziativa il vicario del vescovo Claudio Maniago, don Gaetano Rocca. Tra un intervento e l'altro hanno ravvivato l'appuntamento le letture di alcuni passi del libro, realizzate dalla Compagnia teatrale dialettale A Filanda. Di rilievo, inoltre, le musiche che hanno accompagnato l'evento, a cura del maestro di violoncello Antonio Belcastro.
“La presentazione di oggi è stata la diciannovesima. Non pensavo che questo libro potesse attirare così tante attenzioni – ha infine aggiunto Enzo Bubbo -. L'anno scorso non c'era proprio e, a distanza di un anno, è stato presentato in tante scuole, oltre a ricevere un premio importante in Svizzera (lo Switzerland Literacy Price 2024 ndr.). Quindi l'intento era quello di ispirare tante persone, e da questo punto di vista sono contento. Il mio scopo non è quello di vendere libri, perché non sono uno scrittore: mi sono cimentato con questa esperienza per me nuova”. Sull'eventualità di nuovi progetti letterari per il futuro, Enzo Bubbo ha svelato: “Mi piace scrivere, e quindi sono in procinto di pubblicare un altro libro, sempre un saggio. Non riesco ad immaginare la scrittura se non come saggio: quindi come un libro che sia utile per chi lo legge. Come lo è stato 'Semi di legalità' spero lo sia altrettanto il prossimo che pubblicherò, sempre edito da Officine editoriali da Cleto. Ringrazio l'editore Marco Marchese per questa opportunità che mi dà”.
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