di IACOPO PARISI
Con la presentazione del volume "Tony Gaudio Cinematographer", iniziativa promossa da "Libri e Bollicine", si è completato un ciclo di eventi che hanno riportato alla ribalta la figura del primo italiano a vincere un Oscar. Dopo la mostra e il documentario, il libro rappresenta un ulteriore tassello per far luce sulla vita e il contributo artistico di Tony Gaudio, nato in Calabria e diventato celebre a Hollywood come direttore della fotografia.
La serata, organizzata da è stata moderata dal giornalista Luigi Stanizzi, che ha introdotto gli ospiti: Eugenio Attanasio e Domenico Levato, curatori del libro, e Antonio Renda, curatore delle fotografie. Ha partecipato anche Pierpaolo Valenti, esperto di cinema, offrendo spunti e riflessioni sul valore dell’opera.
Stanizzi ha sottolineato l'importanza culturale dell'evento: "Quello che diremo stasera avrà risonanza negli Stati Uniti. È fondamentale che il libro venga tradotto in inglese per far conoscere questa figura anche oltre oceano."
Eugenio Attanasio ha raccontato l’ambizione del progetto: riscrivere la storia del cinema partendo dalla Calabria. "Questa regione è spesso associata a fatti di cronaca, ma raramente si parla del suo contributo culturale e artistico. Tony Gaudio è un esempio di come la Calabria possa produrre eccellenza anche nel cinema," ha dichiarato.
Il libro raccoglie materiale inedito, recuperato anche dalla rivista americana American Photographer. Oltre a essere un pioniere della fotografia cinematografica, Gaudio ha avuto ruoli di spicco nei sindacati di categoria, dimostrando una personalità complessa e autorevole.
Un elemento affascinante emerso è la diffusione dei "cine-romanzo", pubblicazioni che narravano i film attraverso immagini e dialoghi. In un’epoca in cui non era possibile riprodurre le pellicole, rappresentavano un modo unico per vivere il cinema nelle proprie case.
Pierpaolo Valenti ha definito il libro un prodotto editoriale curatissimo, capace di restituire la complessità del lavoro di Gaudio. Ha poi ricordato uno dei suoi film più iconici, Ombre malesi, sottolineando come il genere noir sia una metafora della vita: "Nel noir non ci sono persone completamente buone o cattive, è una lettura della realtà che rimane attuale."
Domenico Levato ha sintetizzato il contributo di Gaudio su tre livelli: storia, favola e realtà. La storia riguarda il suo impatto sul cinema, culminato con il primo Oscar vinto da un italiano. La favola è quella dei fratelli Gaudio, che partirono da piccoli laboratori fotografici calabresi per trovare fortuna in America. La realtà, invece, è rappresentata dalla Cineteca della Calabria, un gruppo di amici che lavora per mostrare il volto culturale della regione, in contrapposizione ai soliti stereotipi.
Attanasio ha concluso con una riflessione: "Perché in Calabria fa più notizia un fatto di cronaca che un evento di portata internazionale? Dovremmo dare maggiore rilievo a figure come Tony Gaudio, che hanno portato lustro alla nostra terra nel mondo." Con la mostra ancora in corso, questo ciclo di eventi ha riacceso i riflettori su una figura troppo a lungo dimenticata, riaffermando il ruolo della Calabria come terra di cultura e innovazione cinematografica.
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