Catanzaro, presentato “Le guance rosse” di Carlo Scalfaro: un libro su “una donna che resiste, ma alla fine vince”

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  25 ottobre 2024 22:27

di MARCO VALLONE

Un'opera letteraria su una Calabria amara, quella del primo '900, che fa da sfondo alla vita di Carmela. Un racconto con pochi colori, in bianco e nero, fatto di povertà, sacrifici e amore violato. Il libro, intitolato “Le guance rosse”, parte “da due memorie”, come ha detto l'autore, Carlo Scalfaro, durante l'incontro tenutosi per la presentazione del libro, questo pomeriggio, presso la Biblioteca comunale “De Nobili” di Catanzaro.

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L'evento rientra nella rassegna “Parole, voci e suoni di Calabria”. Il libro si è classificato terzo al Premio “Donne e diritti” di San Giovanni in Fiore 2024, ed è stato oggetto di discussione, nella giornata odierna, insieme a Rita Commisso, Pasquale Motta, Salvatore Bullotta e Mario Vallone. Ha inoltre portato il proprio saluto all'iniziativa l'assessore ai Lavori pubblici del Comune di Catanzaro, Pasquale Squillace.

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Le memorie cui Carlo Scalfaro si è riferito lo “hanno inseguito per tutta la vita. Il ricordo di questa ragazza con le guance rosse, nella prima parte, e, per l'altra, il mondo delle braccianti agricole e delle raccoglitrici di olive, che io ho seguito nei primi anni della mia attività sindacale. Ed è qualcosa che mi è rimasto dentro. Questo libro me lo tenevo nella mente da un sacco di tempo, ma non mi decidevo mai: mi sono deciso, e credo di aver fatto una cosa che, in qualche modo, richiama quel mondo dei primi del '900, il mondo dei primi anni '60, con questa ragazza con le guance rosse”. Questa giovane donna “è l'unico personaggio veramente esistito del libro. Per il resto io ho messo assieme tutta una serie di conoscenze che avevo acquisito nei tempi lontani, quando giravo nelle zone interne della Calabria, relativamente a storie, problemi personali ecc... Li ho assemblati nella vita di questa donna, Carmela, una raccoglitrice di olive molto povera con una vita molto difficile. Non è un'eroina: è una donna che subisce e resiste, e alla fine però vince”.

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Per quanto concerne la possibilità di un riferimento all'attualità con il racconto di questa storia, Carlo Scalfaro ha affermato come vi sia “un problema nell'attualità perché Carmela comincia a vincere quando viene accolta da una famiglia, dopo tutte le vicissitudini che ha avuto. Viene accolta da questa coppia di persone anziane, un avvocato e la moglie bisognosa di assistenza: la prendono a tempo pieno, sia a lei che alla bimba di Carmela. Viene accolta; quando viene accolta, e c'è questo concetto dell'accoglienza, per Carmela inizia una nuova vita di inserimento. Non solo: lei è analfabeta, ed ha fatto una vita di stenti, ma grazie a questa accoglienza la figlia va a studiare. Viene mandata alla scuola superiore. Io l'ho conosciuta questa ragazza perché frequentavo anch'io la ragioneria a Catanzaro. Quindi queste sono due successi perché l'accoglienza consente, ed è un fatto anche di oggi, parliamoci chiaro”. Scalfaro non è nuovo alla scrittura di libri: precedentemente ha già realizzato un'altra opera, dal titolo “Una sera di luglio. Memorie di un comunista calabrese”. Riguardo a quale sia la differenza col nuovo libro, Scalfaro ha detto come quello precedente a “Le guance rosse” fosse “un libro molto corposo che raccontava in pratica i 40 anni della mia vita di funzionario di partito prima e di sindacato poi. E naturalmente, nel raccontare queste mie esperienze, una valutazione e un giudizio sui lati politici ed economici con i quali ho avuto modo di confrontarmi. In parte riuscendo e in parte no, quindi prendendo atto di questo fatto. Quindi il vecchio libro è qualcosa di diverso: questo nuovo piccolo libro, fatto di 72 pagine, invece l'ho fatto perché lo avvertivo dentro, anche se in realtà io sto scrivendo un'altra cosa da circa un anno. E sarà una cosa molto corposa perché è un dialogo fra due persone anziane: quindi io e un altro anziano che discutiamo sul nostro passato e su questo mondo che non ci piace”.

Salvatore Bullotta, da parte sua, ha evidenziato come la figura di Scalfaro, militante per quarant'anni nel PCI e nella CGIL, sia stata per lui e l'assessore Squillace di grande rilievo, in quanto li ha accompagnati nel loro percorso di maturazione, compreso anche l'approccio alla politica. “Gli siamo debitori, oltre che amici. La mia generazione ha un debito di riconoscenza verso Carlo Scalfaro, e mi riferisco in particolar modo a coloro che hanno cercato di militare in una sfera progressista della politica cittadina”. L'assessore Pasquale Squillace ha a sua volta evidenziato come tenesse tanto a questa iniziativa: “Non parlerò del libro, anche se ho avuto modo di leggerlo. Voglio invece parlare di quello che sono stati Carlo Scalfaro e sua moglie Maria nella mia vita: Maria mi ha preso alle scuole superiori, Carlo appena ho iniziato a fare politica in città. Era un incontro quotidiano, un confronto nelle scelte, nella crescita politica: quindi diciamo che se oggi sono assessore per una bella parte è colpa sua. Quindi, se dovete prendervela con qualcuno, potete partire da Carlo Scalfaro. E' stato un percorso veramente straordinario quello che abbiamo fatto in questi anni con Carlo perché, con un rispetto incredibile e senza mai essere una figura che sovrastasse il pensiero nostro, ci ha aiutato a coltivare un pensiero autonomo ma contaminato da questa grande esperienza, da questa grande cultura. Quindi lo ringrazio veramente dal profondo del cuore. Speriamo di onorare col nostro lavoro quotidiano quello che lui ci ha passato: questo è il passaggio generazionale sano che io per una vita ho chiesto alla politica, e spesso non c'è stato”.

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