«Le parole forti e sincere pronunciate da Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del Sindacato Fsp Polizia di Stato, a seguito dell’omelia di Padre Rocco Predoti nella parrocchia del Sacro Cuore nel quartiere marinaro di Catanzaro, pongono con chiarezza una domanda fondamentale: fino a quando possiamo permetterci di restare spettatori?»
È quanto dichiarano congiuntamente Eugenio Riccio e Lea Concolino, consiglieri comunali del centrodestra a Palazzo De Nobili, che raccolgono e rilanciano l’allarme lanciato sia dal rappresentante sindacale della Polizia di Stato che dal sacerdote, con riferimento al degrado sociale e al disagio giovanile che si manifestano in maniera sempre più preoccupante, specie sul lungomare di Catanzaro.
«Non possiamo continuare a considerare ciò che accade la sera e la notte come qualcosa di inevitabile o addirittura “normale”. Le immagini di giovanissimi in stato di alterazione, l’occupazione caotica degli spazi pubblici, l’assenza di regole minime di convivenza civile, devono spingerci tutti – nessuno escluso – a una riflessione e a un’azione concreta», dichiarano Riccio e Concolino.
«Non è il tempo delle polemiche sterili – proseguono – ma della responsabilità condivisa. Le Forze dell’Ordine stanno facendo il possibile, spesso in condizioni di difficoltà, e meritano il pieno sostegno delle istituzioni e della cittadinanza. Come consiglieri comunali dell’opposizione vogliamo dare il nostro contributo proponendo la convocazione di un Consiglio Comunale aperto, che coinvolga parrocchie, associazioni, scuole, presìdi di legalità, operatori sociali e Forze dell’Ordine. Sarebbe un primo passo concreto verso un patto educativo e sociale per Catanzaro.»
In merito all’amministrazione comunale, Riccio e Concolino sottolineano:
«Siamo certi che il Sindaco Nicola Fiorita saprà accogliere questo invito con spirito istituzionale, perché su temi come questi non ci sono maggioranze o opposizioni: c’è una comunità intera da proteggere e da ricostruire, a partire dai suoi punti più fragili.»
Infine, un appello diretto ai cittadini:
«Sappiamo quanto sia frustrante vedere certi episodi ripetersi sotto i propri occhi. Ma non basta più indignarsi sui social. La sicurezza partecipata si costruisce anche con la collaborazione attiva dei cittadini. Chi è testimone di comportamenti gravi o pericolosi ha il dovere civico di rivolgersi alle autorità, di segnalare formalmente ciò che accade. Solo così possiamo aiutare chi è chiamato a intervenire concretamente.»
«La denuncia pubblica e quella formale non devono essere viste come un atto di sfiducia, ma come un gesto d’amore verso la città e verso quei giovani che oggi sembrano smarriti ma che possiamo ancora salvare, se tutti – istituzioni, famiglie e cittadini – torniamo a fare la nostra parte.»
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