di VINCENZO SPEZIALI
Leggo, basito piuttosto che annichilito, una comica dichiarazione del duo (e perché no? Del tandem!) Donato-Parisi.
Difatti, quando qualcuno (in tal caso persino coadiuvato da un'altra persona), come il docente 'magnogreco' (poiché esercita nell'Universita` da cui deriva l'appellativo) si avventura in proposte 'ragionamentate' - bisogna stare attenti e in alcuni momenti allacciare le cinture, non di sicurezza, bensì dei pantaloni, perché si finisce di crepar dal ridere.
Ciò premesso in perifrasi (tanto il termine, gli autori della nota lo conoscono), quando si lanciano lai al Sindaco, a fronte di moniti per tutela e difesa delle prerogative del Consiglio Comunale e del discendente, nonché conseguenziale, funzionamento di esso -ingiungendo a Fiorita di non intromettersi nello svolgimento delle lecite determinazioni consiliari - (forse?) dimenticando che qualsiasi Sindaco, è parte, nonché componente, dell'Assemblea cittadina- gli autori del lai in oggetto, glissano su un aspetto non da poco.
Lo ricordo io, poiché ho buona memoria e al solito, devo ribadire come e quanto la coerenza, non sia merce alla stregua di un prodotto alimentare -tipo lo yogurt - perciò con la scadenza.
Il primo che ha paventato dimissioni di massa è stato il Presidente del Consiglio Comunale uscente, Marco Polimeni.
Tra l'altro disse testualmente che erano pronte le dimissioni di tutti e ciascuno, nel caso Fiorita avesse vinto, ed in base al silenzio assenso -principio giurisprudenziale che Donato conoscerà benissimo, poiché questa è la sua materia - dicevo in base al silenzio assenso, nessuno lo smenti` e infatti, ove mai ciò fosse o fosse stato, almeno lo stesso Polimeni avrebbe potuto e dovuto ottemperare a tal improvvida dichiarazione perentoria.
È dalla sera del 26 Giugno, che attendo uno straccio di coerenza e credibile pratica -proprio a fronte di quanto da lui liberamente esplicitato. A tal proposito, ritorna in mente -nei miei pensieri (quanto è bello averne, soprattutto se sono forti, come diceva De Mita)- un consiglio di Craxi a Spadolini, dopo che quest'ultimo aveva perduto il match con il leader socialista (in quel tempo Capo del Governo) a seguito della crisi di Sigonella: "Caro Giovanni, capisco la delusione, ma in questo caso, per consolarsi, ci si sposa". Patti chiari, lo disse Bettino, però può essere sempre utilizzato a tempo debito e modo consono, in altre epoche, per diverse situazioni.
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