di STEFANIA PAPALEO
Urla, spinte, minacce e, alla fine, anche le mani intorno al collo di un poliziotto della Digos impegnato con i colleghi in un arresto a via Teano, periferia sud della città. Un'aggressione violentissima, quella avvenuta qualche ora fa in uno dei quartieri più pericolosi di Catanzaro, in quel vero e proprio fortino dei rom che ancora nessun blitz è riuscito a distruggere. Donne in prima linea a difesa di un territorio ostaggio della criminalità; bimbi in braccio spettatori impotenti di una vita che sarà anche la loro; tutt'intorno, uno scenario di degrado e abbandono che pochi conoscono veramente.
Così, mentre uomini della Questura portano via a fatica l'uomo appena arrestato, tra i palazzoni popolari di un quartiere fatiscente che ancora oggi resta assegnato alle famiglie con diritto di voto e di delinquere, le urla si spengono con le sirene che si allontanano nella consapevolezza che, ancora una volta, il peggio è stato scongiurato.
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