“Un attacco proditorio e maldestro, partendo dalle critiche alla gestione dell'Amc, quello da me subito nelle ultime ore da parte degli esponenti di Alleanza per Catanzaro o Apc. Ormai da tempo meglio nota come lista civetta della Lega. E che dal partito salviniano, di cui tutti conoscono le gesta oltreché le magnifiche sorti e progressive di leopardiana memoria, mutuano il confronto all'insegna della violenza verbale inaudita e della diffamazione. Ecco perché, forse orfani o nostalgici della Bestia salviniana, scendono sul piano personale, traendo spunto dalla vicenda Giunta del Fiorita-ter, per definirmi: un fuoriclasse di fallimenti. Uno che, seppur autorevole esponente della maggioranza a oggi risulta non aver portato a termine una sola iniziativa per la città. Tutto questo, avendo a loro insindacabile giudizio deciso io di fare l’avvocato delle cause perse difendendo alla bisogna amici e protetti sulla stampa o in consiglio comunale”.
Esordisce così il capogruppo del Partito Democratico a Palazzo De Nobili Fabio Celia, che prosegue: “È chiaro - afferma - che l'oggetto della discussione avrebbe dovuto essere l'Amc. Di cui ho già detto ieri e su cui non intendo ripetermi oggi. Se non nel ribadire di aver contribuito all'individuazione di un fuoriclasse, lui sì davvero, al vertice del management dell'azienda. Cosa di cui mi vanto, se permettete, cari amici di Alberto da Giussano. Che mai dovreste dimenticare come si stia parlando di un professionista dalle riconosciute e indubbie doti quale Eugenio Perrone. Che non ha certo bisogno di essere difeso da me, considerato come per mestiere sia un brillante penalista. Ma battute, fino a un certo punto peraltro, a parte quanto da lui fin qui fatto forse spaventa. O meglio lascia contrariati - prosegue - coloro che hanno sempre dovuto giovarsi di figure mediocri per la guida di quasi tutte le Partecipate. Gente per lo più selezionata con logiche clientelari fino al punto, guarda caso proprio in Amc, di incaricare familiari di esponenti di partito di cittadine limitrofe a cui dare una mancetta elettorale”.
Non ha terminato Celia: “Eccola la favolosa destra catanzarese. Quello che tutto sa e tutto critica. Che gestisce potere alla Regione da tanto tempo, dopo averlo fatto per 20 anni ininterrotti in Comune. Sebbene con altre sigle e magliette, talvolta persino di centrosinistra, per loro intercambiabili alla bisogna. Della pagnotta. Che per taluni, di tale allegra compagnia, era oltretutto l’unica in attesa di diversa prima occupazione. Gente che ha regalato alla città innumerevoli perle. Compresa una certa conduzione dell'Amc. Azienda per cui ora, questo sì grazie a loro, il presidente Perrone deve sobbarcarsi un lavoro immane per tentare di raddrizzare la baracca. Ragion per cui - conclude il capogruppo Dem - pensino con un po’ di rossore da quanti incolpevoli cittadini hanno lucrato il loro unico stipendio, facendo disastri a destra e a manca. Ma almeno io li perdono lo stesso. Perché, essendo stati con noi quando c'erano Rosario Olivo sindaco ed Enzo Ciconte aspirante tale, in fondo sono solo… compagni che sbagliano”.
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