"Mi spiace constatare come ieri, in un articolo in cui gli esponenti dell'opposizione in Comune attaccavano il collega e caro amico Antonello Talerico, sia stato tirato in ballo del tutto a sproposito il sottoscritto. Criticato per le presunte dimissioni farlocche, annunciate e poi mai date. Ma, procedendo con ordine prima di arrivare al nocciolo della specifica questione, mi corre l'obbligo di fare alcune doverose precisazioni".
Si apre con queste parole la nota stampa a firma del consigliere comunale Fabio Celia.
"Innanzitutto che è buffo assistere a rappresentanti politici i quali si esprimono con tanta saccenza e paternalismo sebbene siano ancora evidentemente mossi dal livore per aver perso le Amministrative del 2022, pur dopo aver dato vita al classico morzello catanzarese in chiave elettoralistica. Uno schieramento che definirei del "tutti insieme appassionatamente" con l'unico collante dell'interesse personale e particolare a scapito di quello pubblico e collettivo.
Gli stessi che ora si permettono il lusso di parlare di coerenza, come nulla fosse. È quindi fin troppo facile dire: Da che pulpito viene la predica. Vale a dire in massima parte da chi, giova ricordarlo, siede tra i banchi di Palazzo De Nobili, avendo militato un po' a destra e un po’ a sinistra a seconda delle convenienze da circa 15-20 anni a questa parte. Magari avendo contribuito in modo significativo, direttamente o indirettamente, alla decadenza della città. Chi, insomma, ha ottenuto migliaia di voti, facendo campagna elettorale con agganci nella stessa casa comunale e in virtù del clientelismo praticato, anche e soprattutto, grazie all'espletamento di servizi nella maggior parte dei casi di ordinaria amministrazione e al contrario semplicemente dovuti ai cittadini. Mi riferisco, ad esempio, alla cura del verde pubblico; al rifacimento delle strisce pedonali; all'illuminazione in alcuni quartieri periferici e così via.
Ecco dunque che appare insopportabile vedersi rimbrottare da questa sorta di compagnia di giro. Che oltretutto finge di ignorare, e qui vengo all'argomento fondamentale per quanto mi riguarda, come io già a fine 2019, ovvero nella precedente consiliatura, maturai la decisione di dimettermi a cui diedi seguito pochissimo tempo dopo, all'inizio quasi da solo e contro tutti. Ma io trovavo insopportabile restare nell'assise più indagata d’Italia, da cui appunto mi defilai con grande coerenza a differenza di tutti quelli che decisero di mantenere ben salda la poltrona. Ed è il motivo per cui oggi sono di nuovo prontissimo, se dovesse venir meno il presupposto del patto elettorale sottoscritto con Catanzaro, a dimettermi per tornare alle urne, sottoponendomi a un confronto che non temo di certo diversamente da altri".
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