"Con queste caratteristiche e considerando che la Calabria è l’unica regione a non avere un IRCCS, si può puntare all’attivazione di un Istituto di questo tipo che, tra l’altro, potrebbe rappresentare un embrione di integrazione fra le due aziende ospedaliere catanzaresi oltre che una grande opportunità per la città e per la Regione ed aprirsi alla collaborazione con le altre due Università calabresi".
25 aprile 2020 19:18di STEFANIA PAPALEO
Il rettore dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanbattista De Sarro, aveva lanciato l'idea. Il commissario dall'Aou Mater Domini, Giuseppe Zuccatelli, aveva subito messo un freno, lanciando l'ipotesi di realizzare il Centro in questione nel padiglione C del Policlinico, a Germaneto. Da lì l'avvio di un acceso dibattito nelle sedi politiche e istituzionali. Forte dissenso sulla ipotesi ventilata da Zuccatelli era stato espresso in una lettera rivolta alla Governatrice della Calabria, Jole Santelli, con primo firmatario Arturo Pujia, Direttore della Scuola Specializzazione in Scienze dell’Alimentazione, che, in un'intervista a La Nuova Calabria, ribadisce con forza le numerose opportunità derivanti dall’accordo sull’istituzione del Centro Covid presso l’ex policlinico di Catanzaro.
Prof. Pujia, Lei è il primo firmatario di una lettera rivolta al Presidente della Regione da parte di 57 suoi colleghi direttori di scuola di specializzazione, di unità operativa o coordinatori di dottorati e di corsi di laurea di area medica, cosa ha spinto tutti voi a rivolgere questo appello?
"L’estrema superficialità con la quale è stata liquidata una proposta molto seria del Rettore dell’Università di Catanzaro discussa e condivisa da molti colleghi. E’ importante sottolineare che siamo tutti convinti dell’urgenza e della necessità di mettere a punto un programma per l’eventuale recrudescenza di questa epidemia o l’arrivo di altre epidemie. Personaggi visionari, come Bill Gates e Barack Obama avevano già messo in guardia il mondo molti anni fa su questa eventualità. Oggi è una realtà con la quale bisognerà convivere senza, però, interrompere le attività assistenziali per tutti gli altri malati e per lunghi periodo di tempo (come è successo in questa fase). E’ altresì importante la continuità di attività in qualche modo correlate alla sanità, come la formazione degli operatori sanitari o la ricerca medica".
Quindi cosa proponete?
"A mio avviso dovrebbero essere evitate le proposte estemporanee fatte senza un’approfondita conoscenza di quello di cui si sta parlando. Ad esempio l’idea di insediare un centro Covid nell’edificio C del Campus di Germaneto deriva dalla mancata conoscenza della presenza, in quell’edificio, della mensa degli studenti, di un’aula magna, del centro di simulazione e di alcuni laboratori. Inoltre bisognerebbe contestualizzare le soluzioni".
In che senso?
"Nel senso che probabilmente la risposta organizzativa alle epidemie è diversa a secondo dei contesti. In un contesto difficile come quello della nostra Regione, onde evitare di peggiorare l’assistenza già sofferente, la risposta non può che essere un centro autonomo, separato da Ospedali o Università".
Nella lettera voi affermate che l’edificio ex Villa Bianca è la soluzione giusta.
"Si perché l’alternativa sarebbe quella di costruire ex novo una struttura con consumo di suolo, spese elevate e tempi lunghi. Molto meglio, quindi, riadattare una struttura già esistente e funzionante. Questa ipotesi è corroborata dal parere competente di tecnici come il Presidente degli Architetti, Macrì, e del Presidente degli Ingegneri, Cuffaro".
Perché Catanzaro?
"Perché oltre alla disponibilità della struttura, a Catanzaro abbiamo la Facoltà di Medicina la cui presenza è necessaria per attivare una struttura di questo genere, ed abbiamo anche una componente ospedaliera di grande qualità. Con queste caratteristiche e considerando che la Calabria è l’unica regione a non avere un IRCCS, si può puntare all’attivazione di un Istituto di questo tipo che, tra l’altro, potrebbe rappresentare un embrione di integrazione fra le due aziende ospedaliere catanzaresi oltre che una grande opportunità per la città e per la Regione ed aprirsi alla collaborazione con le altre due Università calabresi".
Gli scettici suppongono che potrebbe trattarsi di uno spreco
"Salvare vite umane non rappresenta mai uno spreco. Definendo una struttura modulare, con possibilità di attivare o meno tali moduli si possono minimizzare gli sprechi. Segnalo che non ci sono IRCCS infettivologici da Roma in giù e che le malattie infettive sono assolutamente attuali anche se il Covid dovesse sparire. Si pensi al fatto che in Italia ogni anno si verificano 10.000 morti per infezioni da agenti patogeni resistenti agli antibiotici, tema che necessita grande attenzione e tanta ricerca. Inoltre bisogna abbandonare il localismo e pensare al fatto che un centro di eccellenza potrebbe avere come bacino la Basilicata, la Sicilia e la Puglia e, quindi, invertire il trend della migrazione sanitaria".
Lei ha parlato anche di opportunità, a cosa si riferisce?
"Al fatto che il Governo, come annunciato dal Presidente Conte, ha intenzione di promuovere l’intensificazione dei Covid hospital e quindi, non avremmo problemi ad ottenere un finanziamento ad hoc. Basterebbe una piccolissima parte di quei 36 miliardi di euro messi a disposizione dalla Comunità Europea per le spese sanitarie. Un’altra opportunità potrebbe scaturire da un’oculata decisione della Regione, la quale potrebbe rapidamente allocare ingenti risorse per favorire la costituzione di start-up innovative tutte finalizzate alla lotta alle epidemie. Nel prossimo futuro ci sarà sempre più bisogno di presidi per la sicurezza della persona (mascherine, guanti, detergenti, disinfettanti) per la sicurezza degli operatori sanitari, per la prevenzione e la cura di queste malattie, di app utili alla prevenzione, di invenzioni che consentano una rimodulazione della vita di tutti i giorni, di strumenti che favoriscano sempre più lo smart working. Si aprono, cioè, infinite possibilità di sviluppo, produzione e innovazione che potrebbero avere una ricaduta positiva sullo sviluppo economico e sociale di questa comunità che, altrimenti, è destinata a una grave e prolungata crisi economica e sociale. Ancora una volta l’edificio che abbiamo indicato si presta anche a questa esigenza, in quanto esistono spazi separati dalla degenza e oggi semivuoti, che potrebbero essere adattati rapidamente a incubatore di nuove imprese avendo vicino la componente sperimentale. Se la Calabria si muovesse in tal senso con misure realmente incentivanti potrebbe attrarre talenti da tutta Italia".
Quale è il percorso possibile?
"La decisione spetta al Commissario del Governo, Gen. Cotticelli congiuntamente alla Presidente Santelli. Per favorire e accelerare il processo, l’On. Tallini, persona assai sensibile, potrebbe promuovere una mozione sul tema che sarebbe certamente votata all’unanimità dal Consiglio Regionale da lui presieduto. Infatti tutti i partiti rappresentati in Regione hanno espresso, attraverso i loro autorevoli rappresentanti, un parere favorevole a questo progetto e la stessa volontà è stata manifestata da 74 Sindaci del territorio catanzarese, e dal sindaco del capoluogo di Regione e presidente della provincia di Catanzaro, Abramo".
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