Chiaravalle Centrale, Foti, Rauti e Maida: "Il disastro delle opere pubbliche"

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Fermare il declino e assumersi la responsabilità politica: Foti, Rauti e Maida attaccano il sindaco sul caso del ponte Cupaglione e sugli altri cantieri bloccati. "Altro che efficienza, qui il nulla governa la città".

  14 luglio 2025 11:22


"Giudicatemi sui fatti", ha dichiarato recentemente il sindaco di Chiaravalle Centrale, Mimmo Donato. E proprio sui fatti si concentra oggi l’affondo dei consiglieri comunali di minoranza Claudio Foti, Giuseppe Rauti e Vito Maida, che parlano senza mezzi termini di un “fallimento amministrativo conclamato”.

Nel mirino il ponte “Cupaglione”, un’infrastruttura strategica chiusa ormai dal lontano 2000. "Dopo anni di attese e promesse, nel 2021 erano stati finalmente stanziati i fondi per la messa in sicurezza e il ripristino del collegamento. L’amministrazione Donato aveva annunciato con toni trionfalistici la consegna dei lavori nell’ottobre di quell’anno. Ma da allora - sostengono i consiglieri di opposizione - è calato il silenzio".
"Sono passati quasi quattro anni – denunciano Foti, Rauti e Maida – e il cantiere del Cupaglione è ancora fermo. Nessun operaio al lavoro, nessun passo avanti, solo un’inquietante stagnazione che espone il Comune a rischi gravissimi, sia dal punto di vista della sicurezza che da quello economico. Tre varianti progettuali sono state tentate e fallite, i costi aumentano e la città resta prigioniera dell’incapacità amministrativa".
La minoranza parla apertamente di “inerzia, inefficienza e inconcludenza”, rimandando al mittente il tentativo, più volte espresso dal sindaco Donato, di scaricare le responsabilità sugli uffici tecnici comunali. "Non è accettabile – spiegano i consiglieri – che un sindaco percepisca regolarmente l’indennità di carica per poi abdicare al proprio ruolo di indirizzo politico e decisionale. Gli uffici eseguono, ma è la politica che decide. E qui la politica è totalmente assente".
Il rischio, secondo Foti, Rauti e Maida, è che domani le ditte appaltatrici possano addirittura avviare un’azione legale nei confronti del Comune per danni legati al fermo cantiere, ai mancati introiti, al caro materiali e alle opportunità di lavoro perdute. "Chi pagherà tutto questo? – si chiedono i consiglieri – Ancora una volta saranno i cittadini a subire le conseguenze di un immobilismo che sta trasformando Chiaravalle in una città prigioniera del degrado e dei cantieri fantasma".
Ma il ponte Cupaglione non è l’unico simbolo del fallimento amministrativo, secondo la minoranza. Nel dossier delle “incompiute” spiccano anche altri casi: "Il plesso scolastico di Pirivoglia, fermo da oltre due anni; lo stadio comunale, ancora oggi incompleto nonostante i proclami iniziali; e una variante in corso d’opera che – denunciano Foti, Rauti e Maida – ha compromesso ulteriormente tempi, risultati e costi".
"E mentre tutto questo accade – sottolineano – l’amministrazione Donato continua a raccontare sui social un mondo che non esiste, fatto di efficienza e virtuosismo. Ma i cittadini vivono un’altra realtà: quella dei cantieri bloccati, delle strade chiuse, delle opere incompiute".
Il bilancio tracciato dalla minoranza è impietoso: "Dal 2021 ad oggi – ricordano i consiglieri – si sono succeduti quasi quattro anni di promesse disattese. Nessuna grande opera pubblica è stata portata a termine. Anzi, le poche che erano partite si sono arenate in un mare di contraddizioni, varianti progettuali e mancate decisioni".
Secondo Foti, Rauti e Maida la strategia del sindaco Donato sarebbe chiara: evitare il confronto democratico, rifuggire il dibattito pubblico e nascondersi dietro il paravento della burocrazia. "Ma la verità è sotto gli occhi di tutti – concludono – e i fatti parlano più delle parole. I fatti dicono che questa amministrazione non governa, ma subisce. Non decide, ma rimanda. Non risolve, ma complica. Non servono più giustificazioni: servono risultati. E il tempo delle scuse è finito".
Un giudizio politico netto, che chiama in causa non solo l’inefficienza tecnica, ma una precisa responsabilità politica e morale. "La città – chiosano i consiglieri di opposizione – merita di più di questo immobilismo. Non si governa con le promesse, ma con i risultati. E i risultati, qui, non ci sono".

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