Cimino: "L'unità dei calabresi e della politica per salvare la Calabria"

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images Cimino: "L'unità dei calabresi e della politica per salvare la Calabria"
Franco Cimino
  12 marzo 2020 19:14

di FRANCO CIMINO

L’emergenza coronavirus ancora non si è abbattuta in Calabria e noi tutti potremo evitare che ciò accada. Il modo lo conosciamo bene, basta applicarlo, superando nel contempo quel brutto esodo di ritorno che ha portato irresponsabilmente migliaia di calabresi dal Nord più organizzato nelle nostre realtà più “ disarmate”. Di cosa, quindi, ha più bisogno oggi la nostra regione? Ha bisogno della Politica. Ma qui, da noi, sappiamo che essa si scrive con la p minuscola a causa della lunga crescente crisi che la divora. La più bassa affluenza alle urne di quest’ultima tornata elettorale ne è la conferma. La Politica avrebbe bisogno di una buona classe dirigente, preparata possibilmente sufficientemente colta, onesta e volenterosa. Questa dovrebbe potersi formare, per essere proposta alla pubblica opinione, in strutture partitiche, culturali, associative, democraticamente organizzate e altrettanto democraticamente funzionanti, secondo il compito a ciascuna di esse assegnato dalla Costituzione. La Politica, con la maiuscola, crea, come sua condizione vitale, due realtà capaci di una forza straordinaria. Esse si chiamano maggioranza e opposizione.

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Ambedue, distintamente, sono espressive dell’anima unitaria del popolo e non soltanto della volontà popolare, elettoralmente espressa. In situazioni normali, maggioranza e minoranza, in un sistema democratico, occupano due postazioni di diversa funzione ma di egual peso e di eguale dignità. La prima siede al governo, la seconda nei banchi dell’opposizione. La prima fa, realizza, la seconda, oltre a proporre, vigila sugli atti di governo, se può li corregge, altrimenti li contrasta. Con una espressione simpatica e giovanile, tutto questo si chiama gioco democratico e più tecnicamente dialettica, anima della democrazia, poiché ambedue concorrono a realizzare il bene comune. Nelle situazioni speciali, queste due realtà si avvicinano. In quelle più gravi si toccano. Nelle fasi d’emergenza si incontrano. E operano insieme, senza che né l’una né l’altra perdano un grammo di sé, o un millimetro della propria dimensione. È la magia della politica, questa. Il genio della democrazia. La filosofia morale della unità della persona, intesa quale centro dell’azione politica e fine ultimo dell’agire umano. L’Italia, nonostante le sue fragilità e contraddizioni, ha dato al mondo continue lezioni di spirito della democrazia. Per darle, le é sempre bastato muoversi all’interno della Costituzione, dove ha trovato trovato agevolmente le ragioni del bene comune, il dovere dello stare insieme.

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Ancora una volta, una premessa apparentemente lunga su questioni di principio, per arrivare a un dunque molto concreto: la Calabria vive una condizione drammatica, che va ben oltre l’emergenza. Il coronavirus qui è assai più temuto e molte più gravi saranno le sue conseguenze sulla vita di chi lo contrae e sulle vite di tutti i calabresi residenti. E ciò non solo per la precarietà del nostro sistema sanitario, che più di tutti gli altri regionali ha pagato un costo disumano alla politica di rientro del deficit, ma per la pesante arretratezza del suo sistema economico e delle sue infrastrutture. E per l’isolamento in cui è tenuta rispetto al resto dell’Italia e dell’intera Europa. Oggi, il dramma sanitario, ci obbliga a fare ciò che, a mio avviso, avremmo dovuto comunque fare, in questo ultimo mese e negli anni (almeno dieci) precedenti. Mettere insieme tutte le forze disponibili, economiche, sociali e politiche, intorno a un tavolo per operare unitariamente lungo l’impegno straordinario che ci porti fuori dal baratro nel quale già stiamo cadendo, è un dovere prima che una libera scelta. Maggioranza e opposizione, senza distinzioni, si ritrovino, pertanto, dentro un governo d’emergenza, provvisorio e a tempo, ovvero a sostegno di un governo di specialisti che, in breve tempo, affronti i nodi più urgenti della crisi. Un governo, nell’uno e nell’altro caso, che risponda solo al suo presidente e al Consiglio Regionale, da far presiedere, lo ripeto, a un esponente della minoranza.

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Questo governo deve operare subito attraverso l’immediata nomina della giunta e la più rapida convocazione della massima assise, che dovrà, con gli opportuni strumenti di sicurezza e le tecnologie più avanzate disponibili, lavorare quotidianamente senza alcuna soluzione di continuità. Ecco, la Calabria oggi ha bisogno solo di unità. Procedere diversamente, utilizzando magari questo momento durissimo e la situazione di panico paralizzante determinatasi nella gente, per sistemare vecchie pratiche della vecchia politica “lottizzatoria”, produrrà più danni del Coronavirus nelle regioni del mondo in cui li ha già arrecati. Di questo, ciascuno se ne dovrà assumere le responsabilità senza far ricorso alle inventabili attenuanti. O alle ben note scuse di bambini. 

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