Cinghiali in città, Carpino: "Le facoltà attribuite al sindaco sono solo un modo per togliere responsabilità alla Regione"

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images Cinghiali in città, Carpino: "Le facoltà attribuite al sindaco sono solo un modo per togliere responsabilità alla Regione"
Alberto Carpino
  04 aprile 2025 09:09

 
 
"Impossibile non condividere le preoccupazioni espresse dai consiglieri Lobello e Assisi in merito al problema dei cinghiali che scorrazzano per le vie della città spaventando i cittadini e costituendo reale pericolo per tutta la popolazione.
È risaputo che la gestione della fauna selvatica e i danni da essa causata è di piena competenza regionale. Sappiamo che il Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale (Sus scrofa), ai sensi dell’art. 19-ter della legge 11 febbraio 1992, n. 157 e del D.M. 13 giugno 2023, è attuato anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. E come correttamente segnalato dai consiglieri Lobello e Assisi, nei centri abitati è data possibilità al sindaco di intervenire con ordinanza comunale all’abbattimento dei cinghiali, mediante personale qualificato e autorizzato appartenente ai corpi di Polizia Municipale e Polizia Provinciale muniti di licenza per l’esercizio venatorio o mediante i selecontrollori iscritti negli apposti elenchi autorizzati dalla Regione. Restiamo perplessi, tuttavia, sull’impianto legislativo che toglie d’impiccio la regione Calabria dagli obblighi finora ad essa ascrivibili per ribaltare il problema sul Sindaco". Così in una nota del consigliere, Alberto Carpino.

"Peccato che le operazioni di abbattimento siano vietate: 1) nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali 2) nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali. Nelle suddette aree sono previste azioni di cattura del cinghiale mediante trappole. Nelle restanti aree è consentito soltanto l’uso di fucile con canna ad anima rigata a caricamento singolo manuale o a ripetizione semiautomatica di calibro non inferiore a millimetri 5,6 con bossolo a vuoto di altezza non inferiore a millimetri 40.
È vietato inoltre sparare da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima del fucile in direzione di immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccettuate quelle poderali ed interpoderali; di funivie, filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione; di stabbi, stazzi, recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all'alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale.
Sostanzialmente, a leggere attentamente il Piano straordinario regionale quinquennale per la gestione e il contenimento della specie cinghiale, ci si accorge che è totalmente inapplicabile in quanto gli avvistamenti degli ungulati sono sempre più frequenti anche nel centro cittadino, sulle strade di accesso alla città, nei parchi; insomma, in tutte quelle zone dove è impossibile sparare.
Particolare attenzione dovrà essere riservata all’attribuzione dei settori di tiro e alle modalità di apertura del fuoco, con espresso divieto di sparare qualora gli ungulati si trovino sui crinali o in aree che non rendano visibile la zona retrostante alla linea di tiro, o che non siano messe altrimenti in sicurezza. Alle zone canoniche di accesso all’area dovrà essere apposta dal giorno precedente evidente cartellonistica indicante il luogo, la data e l’orario delle operazioni di abbattimento. Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, come si possa sapere in anticipo dove gli animali decideranno di andare, in che giorno e a che ora… Anche la gestione delle operazioni di abbattimento rende inapplicabile il Piano laddove lo stesso prevede che le operazioni di abbattimento andranno attuate nella direzione di minor pericolo rispetto ai luoghi abitati o alle strade più vicine. Gli operatori dovranno mantenersi in contatto radio tra di loro per tutta la durata delle operazioni. Il sindaco dovrà ordinare la chiusura al traffico del tratto di strada interessato. Le operazioni dovranno essere effettuate nel rispetto di tutte le norme sulla sicurezza pubblica e interrotte immediatamente in caso di avverse condizioni climatiche o di situazioni particolari che possano mettere a rischio la sicurezza degli operatori o di terze persone. Queste ultime norme comporterebbero, vista la frequenza degli avvistamenti, la paralisi del traffico cittadino a ogni ora del giorno e della notte.
Rassicuriamo i colleghi consiglieri che l’Amministrazione e il sindaco sono “sul pezzo” e condividono le preoccupazioni ma la soluzione proposta – non da loro ma dalla Regione – è irricevibile e non rappresenta la soluzione di un problema così gravoso. Rappresenta piuttosto il tentativo della Regione di liberarsi di un problema di cui, ad oggi, nessuno conosce la soluzione. Quindi, ogni strumentalizzazione sull’argomento non solo non contribuisce alla soluzione del problema ma non può che essere censurata".

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