Clan dei gaglianesi, Pietro Procopio resta in carcere

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Clan dei gaglianesi, Pietro Procopio resta in carcere

  27 marzo 2025 12:23

di STEFANIA PAPALEO

Pietro Procopio, ritenuto il capo storico del Clan di Gaglianesi, resta in carcere. I giudici del Tribunale della Libertà hanno rigettato l'istanza presentata nel suo interesse dall'avvocato Toni Sgromo, lasciando in piedi la misura restrittiva che era stata emessa dal gip Gilda Danila Tomaino nell'ambito dell'operazione "Clean Money". Restano in piedi, dunque, almeno dal punto di vista cautelare, le pesanti accuse mosse dai sostituti procuratori Veronica Calcagno e Debora Rizza contro Procopio, che avrebbe diretto il programma criminale del gruppo in qualità di uomo di riferimento su Catanzaro delle altre cosche calabresi, con il compito di smorzare le liti e provvedere a tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno gli affiliati detenuti. E sempre lui avrebbe preso i soldi per affiggere manifesti elettorali, da "buon contabile" della cosca  già dai tempi in cui operava sul territorio il capo indiscusso Gino Costanzo.

Banner

Conclusioni diametralmente opposte per lui e il suo presunto braccio destro Graziano Santoro (LEGGI QUI), dunque, quelle tratte dai giudici rispetto alla posizione di tutti gli altri indagati per i quali è stata dichiarata la nullità della misura cautelare che, all'alba del 27 febbraio scorso, ha visto centinaia di poliziotti bussare alla porta di ben 34 indagati, di cui 12 portati in carcere e 10 sottoposti agli arresti domiciliari. 

Banner

Ora l'avvocato Sgromo attenderà di leggere le motivazioni della decisione appena presa e che saranno depositate entro 45 giorni, al fine di valutare i prossimi pasi difensivi da compiere, così come faranno gli avvocati Guido Contestabile e Simona La Falce, nella loro qualità di difensori di fiducia di Santoro.

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner