di STEFANIA PAPALEO
Colpo di scena al processo in Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro a carico dei presunti killer dell'avvocato di Lamezia Terme Torquato Ciriaco, caduto il 1° marzo 2002 in un agguato nei pressi dello svincolo dei Due Mari. A metà udienza, sospesa temporaneamente per il concomitante insediamento del nuovo presidente della Corte di Appello di Catanzaro Concettina Epifanio (LEGGI QUI) un giudice popolare si è reso irreperibile. Così al ritorno in aula il presidente della Corte Antonio Battaglia, dopo aver comunicato l'assenza non giustificata di un componente la giuria popolare, si è visto costretto a rinviare l'udienza, alla quale era presente anche la figlia della vittima, ormai da oltre vent'anni in attesa di un epilogo definitivo della drammatica vicenda.
Rimasta a metà, dunque, la requisitoria del sostituto procuratore generale Di Maio, a cui sarebbero seguite le conclusioni delle parti civili, rispetto alle condanne (annullate con rinvio dalla Corte di Cassazione) a 30 anni di reclusione riportate dai fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci e a 7 anni e 4 mesi di reclusione dal collaboratore di giustizia Francesco Michienzi, difesi rispettivamente dagli avvocati Anselmo Torchia e Giuseppe Spinelli, Sergio Rotundo e Luca Cianferoni, e Maria Claudia Conidi.
Concorso in omicidio volontario, aggravato dall’art. 7 legge 203/91, l'accusa che pende a carico degli imputati per un omicidio eccellente che aveva scosso il foro e che, tuttavia in primo grado era caduta per mano del gup distrettuale che, a settembre del 2017, aveva assolto tutti, con un sentenza emessa con il rito abbreviato e tempestivamente impugnata dal sostituto procuratore generale Luigi Maffia, che al primo processo in Corte d'assise d'appello chiese l'ergastolo. E fu in quella sede che i giudici di secondo grado ribaltarono la sentenza impugnata, procedendo con le condanne poi annullate dalla Corte di Cassazione con rinvio al nuovo processo attualmente in corso. Stamattina la notizia che ha lasciato senza parole tutti i presenti in aula, con la scomparsa improvvisa di uno dei giudici popolari che ha lasciato dietro di sè una lunga scia di dubbi e interrogativi.
A cominciare da quelli sollevati dall'avvocato Maria Claudia Conidi, che a caldo ha commentato così la singolare vicenda: "Ritengo tale fatto assai grave e per nulla rispettoso di chi si adopera per il recupero di verità processuali assai gravi come quella afferente ai fatti di causa oggi in trattazione dinanzi l’Assise di Appello di Catanzaro e, qualora tale assenza non dovesse trovare idonea giustificazione, come mi auguro e spero, perché tutto nella vita può capitare, si tratterà di un vero e proprio reato per interruzione di pubblico servizio oltre che di un “gesto” di basso profilo e schiaffo morale verso chi, quale vittima di reato, sia rimasta ad osservare e ad ascoltare in rispettoso silenzio, chi si adoperava per il recupero di una verità agghiacciante, così come ho visto oggi accadere nell’aula di giustizia teatro di irrispettoso e irriverente comportamento".
Il legale conclude: "Mi auguro, come già detto, che quanto accaduto non sia a sua volta frutto di un dramma personale, ma si collochi in un episodio assai discutibile, nonché perseguibile, di omissione da parte di un
Pubblico Ufficiale, verso il compimento di un dovere di giustizia nel rispetto di tutto il Popolo Italiano in nome del quale la giustizia stessa dovrebbe essere quotidianamente esercitata".
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