Comunali a Crotone. I Socialisti Riformisti: "Rifondare il centro sinistra"

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Comune Crotone
  14 settembre 2020 22:43

Con una lunga nota che riportiamo integralmente, i Socialisti Riformisti propongono di "rifondare il centro sinistra a Crotone".

Si è riunita nei giorni scorsi l’area socialista riformista di Crotone per un’analisi della complessa situazione della città in vista delle prossime elezioni amministrative. Scopo dell’incontro era quello di promuovere una riflessione sulle forme e sui contenuti di un possibile impegno diretto dei socialisti riformisti all’interno di una coalizione di centrosinistra che si candidi alla guida dell’amministrazione comunale con una proposta di programmi e di uomini che rispondano pienamente alla necessità di ideare e iniziare con urgenza un cammino di rilancio e di sviluppo.

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Con queste parole si apriva il documento politico con cui a fine giugno l’area socialista e riformista comunicava la propria disponibilità a collaborare con le altre forze del centro sinistra per riportare alla guida del Comune di Crotone uno schieramento progressista, in netta discontinuità con la precedente esperienza amministrativa e fortemente motivato dalla necessità di restituire alla politica e ai partiti la funzione essenziale di rappresentanza e di selezione di uomini e programmi, che compete loro normalmente in un sistema democratico.

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La città aveva bisogno di una guida politica autorevole, da tutti oggi invocata, che – dopo l’inconsistente esperienza amministrativa, conclusasi anticipatamente con le dimissioni del sindaco e lo scioglimento del Consiglio comunale, a seguito dell’intervento della magistratura – restituisse Crotone ad una nuova stagione di protagonismo politico e di governo del territorio, capace di archiviare i guasti del protratto clientelismo e i pregiudizievoli ritardi sin qui accumulati rispetto ad altre aree della Calabria.

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La città, altresì, aveva ed ha bisogno di voltar pagina, mettendosi alle spalle l’esperienza di quanti hanno la responsabilità politica di aver consegnato la città ieri alla destra del Gladio, oggi alla gestione commissariale e domani, prevedibilmente, ad una rampante e disinvolta coalizione di sprovveduti inconsapevoli, interessata alle più svariate opportunità offerte dagli sviluppi degli annunciati interventi, che alla costruzione di un credibile ed affidabile progetto di crescita e sviluppo dell’intera comunità cittadina.

Tutto questo non è stato possibile. La situazione complessiva del centro sinistra era molto più debilitata e frammentata di quanto si potesse immaginare. Si è arrivati all’ultimo giorno utile per la presentazione delle liste senza una seria ipotesi di coalizione, di programma, di candidati. I partiti che avrebbero dovuto essere l’asse trainante e punto di riferimento della coalizione e che, dunque, si immaginava dettassero i tempi delle scelte, motivando gli altri ed offrendo un quadro di credibilità, di compattezza e di chiarezza di visione politica, si sono rivelati, invece, il principale freno alla formazione di una forte e autorevole alleanza di centro sinistra.

Troppi protratti silenzi, troppi fili - diretti e indiretti - tra differenti livelli decisionali, troppe ambiguità personali, di gruppo e di “sedi”, troppi giochi interni di difficile interpretazione, proiettati sulla città e sul futuro del centrosinistra, hanno determinato un esito di cui noi chiediamo scusa a tutti gli elettori del centro sinistra, ai militanti, ai simpatizzanti che - per la prima volta nella storia democratica della città, stante l’assenza di liste elettorali di sicuro riferimento politico - non potranno esprimere il loro voto secondo gli ideali e le scelte che hanno motivato da sempre la loro partecipazione alle elezioni.

Già l’andamento delle poche riunioni del cosiddetto tavolo del centrosinistra aveva, da subito, evidenziato le difficoltà presenti e quella sorta di incomprensibile passività con cui esse venivano considerate e affrontate.Dal primo momento si notava l’ingiustificabile assenza di forze che pure sono nel centro sinistra nazionale e che esprimono rappresentanze parlamentari del territorio e livelli dirigenziali regionali. Dal primo momento, dopo roboanti dichiarazioni che annunciavano la propria presenza con nomi prestigiosi, forze che pretendono di costituire la novità del centro sinistra, una sua nuova anima, si sono defilate senza più partecipare né motivare il disimpegno.Figure che si erano proposte come punto di riferimento e di aggregazione del vasto mondo del volontariato, dell’ambientalismo, di aree di sinistra senza “patria”, si sono squagliate pur dopo aver assicurato che per loro la priorità era la coalizione e non le ambizioni personali. Altri, che avevano inizialmente promosso la candidatura a sindaco di Gaetano Grillo, si sono poi imbarcati in avventure elettorali nella coalizione di centro destra.Il velleitarismo di tanti ha danneggiato, irrimediabilmente, la costruzione di un serio ed affidabile schieramento progressista che potesse proporsi alla città con convinzione e forza.

Deleteria è stata, altresì, la rincorsa a personaggi ben noti per il loro trasformismo e per la conclamata volubilità politica; una rincorsa fatta, tra l’altro, senza che venissero ufficialmente informate le altre parti politiche in causa e senza, quindi, il loro consenso; e mentre venivano portati avanti questi contatti “innaturali”, si rinunciava a una riflessione larga sulle possibili, ulteriori candidature che potevano essere valutate per strutturare una coalizione inserita pienamente nella storia e nella cultura del centro sinistra.

In un contesto così sfilacciato, in presenza di una conduzione della vicenda ai limiti della rinuncia e del disorientamento, non potevano che emergere anche le difficoltà dell’area socialista e riformista di portare a compimento il tentativo di affermare una presenza autonoma nell’ambito del centrosinistra con una lista propria e con un contributo di idee e di programmi. Ovviamente, sapevamo in partenza che, dopo anni di assenza, di dispersione, di percorsi individuali spesso non univoci, non era certamente semplice iniziare un processo di ricomposizione nelle condizioni date. Registriamo un insuccesso, ma non rinunciamo, perché restiamo convinti che solo una visione autenticamente riformista, laica, progressista, ispirata ai valori e alle politiche del socialismo europeo, può costituire la base per riconquistare da sinistra protagonismo, impegno, partecipazione.

Riconfermiamo, pertanto, che ci muoveremo nel rispetto di quelle opzioni che avevamo già messo al centro del nostro percorso e che restano una linea discriminante irrinunciabile: lotta al populismo e al giustizialismo; difesa della democrazia e delle istituzioni rappresentative aggredite dalla furia distruttiva delle forze antipolitiche, con indicazione di votare NO al referendum costituzionale ; opposizione a qualsiasi forma di razzismo, xenofobia, omofobia, negazione dei diritti civili; rilancio del ruolo e della funzione dei partiti e della politica quale metodo irrinunciabile di selezione delle classi dirigenti, di formazione della volontà popolare, di affrancamento da aggregazioni localistiche, clientelari e raccogliticce, che mai possono essere il volto e la continuazione di una politica riformista o la carta d’identità di un vero, partecipato, riconosciuto centrosinistra. Su questi temi, linee, proposte la nostra presenza in campagna elettorale sarà comunque una sfida lanciata per il futuro, perché da una sconfitta pesante e mortificante bisognerà ripartire per ritrovare passione, entusiasmo e voglia di lavorare per una svolta che apra al centrosinistra crotonese nuove prospettive, nuovi traguardi, nuovi protagonisti, al di là e al di fuori di esperienze dimostratesi velleitarie, superate, sprovviste di entusiasmo, carisma e di capacità di aggregazione e di guida. Noi non abbandoneremo il campo.

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