Il criterio di selezione degli scrutatori è diventato terreno di scontro. Paradossalmente, la dichiarazione congiunta di qualche giorno fa dei sei candidati a sindaco di Catanzaro ha prima creato l'impasse nella commissione elettorale, che oggi addirittura si è trasformata nelle dimissioni di tre membri su quattro. Resta solo l'assessore Alessandra Lobello, con in mano l'apposita delega del sindaco e che intende portare a termine il suo compito. Nei fatti però la ricomposizione della commissione risulta, allo stato, impraticabile anche facendo ricorso ai membri supplenti. Un guazzabuglio che probabilmente potrà essere sbloccato dall'intervento della Prefettura, vista anche l'imminente scadenza prevista dalla legge.
NOMINA O SORTEGGIO- I tre consiglieri che si sono dimessi (Andrea Amendola, Eugenio Riccio e Antonio Ursino) hanno fatto riferimento a "ripetuti interventi", "sfociati in un’autentica pressione mediatica". Per gli stessi il criterio più efficace sarebbe stato quello della nomina. Efficace perché avrebbe scongiurato il rischio emerso in precedenti consultazioni elettorali in cui, a fronte del sorteggio, si registrarono centinaia di casi di scrutatori sorteggiati che poi hanno rinunciato e per qualche decina è scattata addirittura la denuncia in Procura, vista l'omissione. Guai a cui si è aggiunta la difficile organizzazione dei seggi. Gli ex membri della commissione elettorale sottolineano come la scelta indicata dai candidati a sindaco (sorteggio) sarebbe stata "contraria ai nostri intendimenti e alla norma". Perché in effetti la norma vigente disciplina esplicitamente la procedura della nomina (seppure non escluda il sorteggio). Per i candidati a sindaco invece "il sorteggio degli scrutatori è il criterio ottimale per garantire oggettività e trasparenza alle operazioni di voto. Nell'ipotesi in cui la Commissione Elettorale competente per materia dovesse tuttavia manifestare un orientamento diverso, i candidati sindaco chiedono che a ciascuno e in egual misura venga garantita una quota di scrutatori medesimi da nominare ciascuno secondo le diverse modalità previste dalla legge, sorteggio compreso”. In pratica, la prima opzione è il sorteggio. Senza sorteggio allora sì alla preventiva 'suddivisione' delle quote fra ogni candidato a sindaco, senza escludere che poi ogni aspirante a sindaco per la sua quota potrebbe chiedere il sorteggio, oltre alla nomina. Tutto questo anche se la ripartizione delle quote fra i candidati a sindaco in realtà non sia prevista dalla norma.
Nel valzer di tecnicismi resta però il problema che la commissione elettorale non si è determinata. Dal Comune per superare questo stallo si è deciso di chiedere 'consiglio' alla Prefettura. E a questo punto si attendono le indicazioni del caso. (g.r.)
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