A un mese e mezzo dal varo della nuova Giunta Fiorita e dal 'riassetto' della maggioranza a Palazzo De Nobili non fila tutto liscio. Se prima era soltanto qualche nota stampa polemica su questioni 'amministrative', ieri, nel corso della seduta del Consiglio comunale, Fabio Celia ha fatto emergere un nodo 'politico', tanto da aver strappato gli applausi dai banchi del centrodestra.
Il consigliere comunale ha espresso i suoi: "dubbi perché questo accordo politico doveva passare attraverso i partiti". Di fatto, una sciabolata al lavorio del 'tavolo del centrosinistra', la novità dell'ultimo 'tagliando' portato avanti da Fiorita. E poi ha aggiunto: "Noi in questi anni siamo stati bravi a fare gli accordi nelle stanze di questa Amministrazione abbandonando e mettendo un cappello su tutta la politica di sinistra. Questo non va bene, non può continuare così. Sindaco, la mia più grande delusione è che credevo e credo ancora che lei possa essere l'elemento di aggancio, di unione e di ricostruzione di questo centrosinistra". Frasi che dette da un consigliere 'civico' potrebbero anche passare in cavalleria, peccato si tratti del capogruppo del Partito democratico che, fino a prova contraria, dovrebbe essere il perno di una coalizione di centrosinistra.
Concetti che cristallizzano una sfasatura con il livello 'romano' del partito che segue da vicino le vicende catanzaresi. Non è un mistero che Jasmine Cristallo, componente della direzione nazionale, abbia 'benedetto', anzi da molto prima abbia imbastito la trattativa per far entrare il gruppo di Azione in maggioranza e cambiare il 'candeggio' al Comune con colori più di centrosinistra. Al contrario, Celia dice di aver scoperto in Aula i 15 punti dell'accordo con il trio Donato-Parisi-Veraldi e ha definito una "iattura" la fuoriuscita dalla Giunta e dalla maggioranza della componente del consigliere regionale di Forza Italia Antonello Talerico (che nei riguardi della dirigente dem ha usato toni tutt'altro che benevoli). In pratica, due mondi paralleli non concilianti. E non è un mistero che nel braccio di ferro sul nome del secondo assessore targato Pd, l'abbia spuntata Cristallo con l'indicazione di Irene Colosimo mentre Celia avrebbe preferito se stesso o Salvatore Passafaro. Uno snodo, probabilmente, non del tutto digerito. La bagarre nel partito ha contribuito a rallentare il processo del congresso cittadino che nelle settimane scorse sembrava ben avviato.
Il malessere arriva anche da altre fonti. Nello specifico dall'ex assessore Marina Mongiardo, iscritta dem, che ha duramente criticato l'evoluzione delle politiche di bilancio presentate (imposte) dal gruppo di Azione. Fendenti di stampo amministrativo ma con qualche indubbia venatura politica che dimostrano le varie anime nel Pd locale. Il minimo comun denominatore resta uno: l'estrema litigiosità.
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