Comune Catanzaro, il dialogo è aperto ma si va verso un tagliando 'light'

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Palazzo De Nobili a Catanzaro
  23 luglio 2024 20:24

di GABRIELE RUBINO

Un anno fa la tensione nervosa (e non solo) attorno al rimpasto della Giunta comunale di Catanzaro era alle stelle. Il toto-nomi impazzava, le fibrillazioni delle controparti politiche si susseguivano ora dopo ora tanto che ci furono le dimissioni 'anticipate' di Venturino Lazzaro, prima, e Nino Cosentino, dopo; due tre assessori in procinto di essere 'sostituiti' mentre l'altro, Aldo Casalinuovo, attese volontariamente la revoca delle deleghe da parte del sindaco Nicola Fiorita. 

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LA QUESTIONE TALERICO- A distanza di dodici mesi quell'atmosfera asfissiante non si respira. Anche perché il vero scossone, l'adesione di Antonello Talerico a Forza Italia prima delle elezioni Europee, non ha finora provocato riverberi sostanziali a Palazzo De Nobili in termini di numeri. Il principale alleato del sindaco progressista (definizione dello stesso Fiorita) ha più volte ribadito, forte di tre assessori e di una nutrita pattuglia in Consiglio, di non volere rescindere il patto civico che, peraltro, a Catanzaro è stato stretto non per una bensì per due elezioni consecutive. Postura su cui nemmeno il segretario provinciale forzista, Marco Polimeni, ha posto aut aut ricordando la libertà del partito azzurro, proprio nel corso di una seduta del Consiglio comunale. Traduzione: Polimeni e gli altri tre consiglieri restano all'opposizione, Talerico e i suoi (non iscritti a FI) restano in maggioranza, con tanto di rivendicazione di autonomia nell'intestazione dei risultati prodotti nelle materie di propria competenza. 

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LA STAFFETTA PIU' O MENO CERTA E IL PD 'SOVRARAPPRESENTATO'- Smussata la principale asperità, il tagliando annunciato da Fiorita non potrà che essere light. L'unica cosa più o meno certa è la staffetta (dettata da ragioni non strettamente politiche) fra l'assessore Raffaele Scalise e il capo di gabinetto Pasquale Squillace. Per il resto i margini si sono ristretti e, a proposito, sembrano replicarsi gli scenari di un anno fa. Il Pd catanzarese, ancora in cerca di autore, prova ad alzare la posta tra riconoscimento e disconoscimento di rappresentanti in Giunta. Il principio di realtà segue i numeri. I democrat hanno nell'Assemblea municipale due consiglieri e, oggettivamente, sono 'sovrarappresentati'. Peraltro se il gioco dovesse farsi duro, il sindaco stesso potrebbe ridurre la pattuglia dem in Consiglio a un solo consigliere. Quindi, questo fronte è senza sbocco. 

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IL DIALOGO CON GUERRIERO E LA RECIPROCA DIFFIDENZA- L'altro fronte, e nemmeno questa è una novità visti i plurimi tentativi, è quella che porta ad Azione. Il dialogo fra Fiorita e il segretario provinciale Roberto Guerriero è e resta aperto. Anche in questi giorni. Tuttavia, la situazione è meno lineare di quanto possa apparire. Nelle trattative Guerriero potrebbe contare su Stefano Veraldi e Gregorio Buccolieri, mentre Valerio Donato pare più attendista e Gianni Parisi più resoluto per il 'no' all'accordo. Per ambo i lati non è una questione di numeri. Per Guerriero vale sempre il timore che l'operazione possa essere realizzata troppo tardi e quindi c'è la controindicazione di entrare a fare parte di un'Amministrazione finora non sfavillante e con poche possibilità di risalita. Per Fiorita l'accordo avrebbe senso solo se con un contorno politico chiaro, possibilmente di estensione del perimetro della maggioranza verso il centrosinistra. Circostanza utile anche per spiegare all'opinione pubblica eventuali cambiamenti in Giunta e Consiglio. Va detto che le segreterie di Azione, dal regionale al provinciale fino al comunale, non sono perfettamente allineate. Questo potrebbe rendere il negoziato poco attrattivo. Per Fiorita, la soluzione politica è una precisa scelta, poiché di certo non cerca puntelli per la maggioranza o si basa su criteri numerici per eventuali riassetti della Giunta, non essendoci alcuna particolare necessità. Altrimenti, è il messaggio che si fa filtrare da Palazzo De Nobili, chiunque potrebbe costituire un nuovo gruppo e poi chiedere un assessorato. Se si opterà per un allargamento sarà solo sulla base di un accordo. Un accordo politico.      

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