Pericolo scampato. Da settimane la data cerchiata in rosso sui calendari di Palazzo De Nobili era il 24 febbraio. Motivo? Se si fosse concretizzata entro questo limite l'operazione dimissioni di non meno di 17 consiglieri comunali si sarebbe andati al voto entro la finestra elettorale primaverile. Se, invece, lo scacco matto si fosse consumato un minuto dopo si sarebbe configurato un commissariamento del Comune di Catanzaro di oltre un anno. Uno scenario che avrebbe penalizzato elettoralmente gli autori politici della caduta dell'attuale Amministrazione e, al contempo, reso vittime coloro che l'avessero subita.
Che non ci fosse alcun colpo di spugna lo si era capito da settimane. Non fosse altro che le opposizioni non nutrivano alcuna fregola sul voto anticipato e perché lo schieramento Fiorita ha sapientemente congelato l'adunata in Consiglio comunale per fissarla - guarda caso - dopo la data X. A pericolo scampato, per l'appunto.
Nondimeno, l'appuntamento di giovedì 27 febbraio non sarà del tutto ininfluente. Su tutti spicca la votazione sul bilancio di previsione, che è l'atto politico per antonomasia di un governo e di un'amministrazione, su scala municipale. Oggi, 13 consiglieri di centrodestra, quelli riconducibili ai tre principali partiti (Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia) hanno reso noto un documento in cui, oltre a ribadire le notorie contestazioni alla gestione Fiorita, hanno lanciato un 'avvertimento' ai consiglieri non esattamente di centrosinistra e che pure danno manforte al primo cittadino progressista.
I consiglieri infatti si impegnano: "a non accettare nelle proprie liste coloro che, da questo momento in poi, sosterranno la maggioranza consiliare a Palazzo De Nobili". Chiaro il riferimento ai destinatari e al primo banco di prova: il bilancio. Anche qui, intendiamoci, per il ragionamento di non 'accollarsi' il lungo commissariamento, l'obiettivo non è non farlo passare ma verificare le misure del 'perimetro' del centrodestra, concetto spaziale richiamato nello stesso documento. Per questo il non appoggio può sostanziarsi oltre che con un voto sfavorevole anche con un non voto, magari dettato dall'assenza. Insomma, ci sarà una dose di flessibilità implicita.
Naturalmente, ai destinatari del messaggio - quel gruppo di consiglieri del misto e di liste che non hanno appoggiato al primo turno Fiorita - la postura non piace particolarmente. C'è chi, ad esempio, 'ricorda' come alcuni dei firmatari del documento del centrodestra abbiano votato Gianmichele Bosco come presidente del Consiglio comunale, sbloccando la prima impasse della consiliatura. Piccole schermaglie non determinanti.
Piuttosto, il voto sul bilancio forse più che delimitare con esattezza il perimetro del centrodestra servirà ancor di più a definire quello su cui può contare Fiorita. Considerando gli stessi Fiorita e Bosco, si parte da una base certa di dieci consiglieri (anche se vanno verificate le rimostranze esplicite del capogruppo del PD Fabio Celia). Dopodiché, si guarda fra i 'responsabili', ovvero gli stessi soggetti destinatari del messaggio del centrodestra, da cui potrebbero spuntare altri 'sì'.
Attenzione, non esistono pasti gratis. Dietro l'appoggio potrebbe esserci una (legittima) richiesta recapitata al sindaco. Magari un assessorato o giù di lì. Dinamiche che in modo o nell'altro verranno fuori.
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