Con "Nodi" la poesia carica di simbolismo di Enza Armino riecheggia a Polistena

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images Con "Nodi" la poesia carica di simbolismo di Enza Armino riecheggia a Polistena

Nella Corte di Palazzo Avati a Polistena, la manifestazione culturale appoggiata dalla Libera Università Pegaso/ Mercatorum/ S.Raffaele ha visto la Silloge NODI in primissimo piano

  24 luglio 2023 10:08

 di MARIA BOETI

È stata la poesia carica di simbolismo di Enza Armino a riecheggiare ieri sera nella Corte di Palazzo Avati a Polistena, dove la manifestazione culturale appoggiata dalla Libera Università Pegaso/ Mercatorum/ S.Raffaele, ha visto la Silloge NODI in primissimo piano - e dove - fin da subito si è percepita un'Armino poeticamente più matura e più consapevole del ruolo e della responsabilità che un'artista ha sul mondo.

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A tenere a battesimo le liriche il prof. Emiliano Cheloni ed il prof. Giovanni Laruffa, quest'ultimo, che nella breve introduzione si è detto contento di poter ospitare la poetessa - ed altri scrittori - in quanto l' avvicinamento alla lettura è un fatto estremamente importante per fare crescere culturalmente un popolo.

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L'autrice calata nei panni sia del moderatore che del poeta ha ringraziato  per la massiccia presenza di cui gli amici l'hanno voluta omaggiare. Successivamente il prof. di Filosofia Cheloni, che ne ha curato la prefazione, si è addentrato nelle profondità dei versi affermando che accostarsi agli scritti di Enza vuol dire far proprio il sentire di chi li ha vergate. Dunque, versi che arricchiscono l'animo, versi e parole dove vince il sentimento e: "come somiglia il tuo sentire al mio". Ha rimarcato, altresì, che la poesia se la spieghi la uccidi, ecco perché deve risuonare nel cuore e nella mente di chi ad essa si accosta senza lumeggiare e definirla più di tanto perché in fondo è musica.

Inoltre, nel suo ruolo di prefatore del testo ha poggiato il suo intervento in un filone filosofico-spirituale, perché senz'altro la lettura delle poesie apre squarci sulla sacralità della vita. Nel suo parafrasare si è detto colpito dalla poesia del "fare" dell'Armino, dell'artista che forgia e produce, che crea sensi, mondi e connessioni.  E, riconducendola all'antica Grecia, citando Aristotele ha affermato "poetare vuol dire essere vicino agli Dèi dunque volare alto"

Nel suo corposo intervento, ha osservato che mente, personalità e mano debbano essere un tutt'uno, perché la vita artistica non può essere scissa dalla vita privata, ed in questo la professoressa Armino ne è la rappresentazione perfetta! Il suo vivere e "sentire" trasferito sui fogli.

"NODI che allo stesso tempo sono legami e libertà, forza che lega che non abbandona ma che lascia spazio. NODI che la vita presenta con tristezza e gioia in chiaroscuro>". Con queste parole e rievocando il passato con lo sguardo rivolto al presente ed interrogativi verso il futuro ha preso la parola l'autrice che nel leggere le sue poesie, alcune lasciate appositivamente senza titolo per non impoverirle, si è emozionata quando la cantante soprano Caterina Francese le ha fatto dono e sorpresa trasformando una poesia in canzone, musicandola, accompagnata da Agostino Larosa alla chitarra e Renato Pellicano alla consolle.

La poetessa Armino che vede gli elementi e le immagini quotidiane con spirito obiettivo a volte doloroso, calandole in un mondo umano spietato e, così le porge ai lettori senza tradirle. Le sue liriche incentrate sul simbolismo, tentano di dire tutto e molto anche a chi distratto va per la sua strada; la sua, è poesia intraducibile ad un orecchio poco attento, ma profonda e sentita per gli animi sensibili. Poesia arminiana che racchiude e nasconde, a volte in poche parole, finestre per osservare in modo acuminato dove l'umana gente sta andando.

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