Con Traversa alla scoperta del Parco della Biodiversità di Catanzaro. Ecco come sarà ancora più bello (VIDEO)

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A tu per tu con il presidente Michele Traversa
  22 settembre 2019 10:56

di TERESA ALOI

E’ la sua creatura. La ama come farebbe con una persona cara.  Lo si capisce da come ne parla. Gli aggettivi che usa per descriverlo risuonano come carezze su ogni siepe, ogni pianta, ogni fiore. Ogni centimetro quadrato.

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Il Parco della Biodiversità Mediterranea per Michele Traversa non ha segreti. E lui non ne ha per il Parco. Un rapporto in simbiosi, quello tra il giardino verde e il suo presidente. Un “amore” corrisposto. Perché, giorno dopo giorno, il Parco lo ricambia con una nuova emozione.  

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E' il 2004 quando Michele Traversa lo dona a Catanzaro. Un regalo, senza ombra di dubbio. Salva l’area dalla cementificazione ambita da più parti per la possibilità di edificarvi alloggi e propone, a partire dall’analisi ambientale sull’esistente, una serie di trasformazioni capaci di arricchire il tessuto urbano circostante sotto il profilo ecologico, sociale e culturale.

Ma è ancor prima del 2004, a giugno del 2001, che Traversa, allora alla guida dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro, presenta in una conferenza stampa congiunta con l’Afor il piano “Parco della Biodiversità Mediterranea”: un progetto, ambizioso,  di recupero e riqualificazione di terreni abbandonati da decenni all’incuria e al degrado nella vasta area all'epoca nota ai catanzaresi come “Agraria”, sede dell’omonimo Istituto Tecnico, ma soprattutto meta di giovani centauri in sella a moto da cross e coppiette in cerca di privacy.

Ecco, poi, l'intervento di generale bonifica e la creazione di un polmone verde per la città esteso lungo dieci ettari, annunciato dal presidente Traversa con gli allora presidente e amministratore dell’Afor, Domenico Basile e Antonio Garcea, e con il preside dell’istituto agrario, Giuseppe Rizzitano. E riesce nel suo intento, Michele Traversa. Con caparbietà e competenza. Con amore.

Incesella una pietra dopo l’altra, come si fa quando si crea un gioiello unico.  Negli anni il Parco amplia e si migliora. E oggi sono in itinere i progetti relativi alla realizzazione dell’area dedicata agli amici a quattro zampe: uno spazio con tanto di piscina e zona per sgambettare liberamente; la riqualificazione dei campi di calcetto e basket; la copertura del campo di bocce, così da consentire all’associazione che lo gestisce di ospitare campionati regionali e internazionali. Ancora, la sistemazione totale dei percorsi che dal Parco ippico arrivano fino alla Valle dei Mulini e le amache da installare tra gli alberi nel prato davanti al bar. E poi le aree dedicate ai più piccoli che saranno “incrementate” con giochi donati dal direttore generale della Provincia, Impera, in memoria della moglie e dell’ingegnere Rino Amato.

Un bell'impegno. Certo. Impegnativo per chiunque. Ma non per Traversa, che ogni mattina è lì. Tra i suoi operai. “Alle 8,30 – racconta – procediamo con i lavori predisposti la sera prima. Il problema è il lunedì quando ci ritroviamo con il Parco “sotto sopra”: nel fine settimana centinaia e centinaia di persone affollano il polmone verde. E non tutte sono sempre corrette. Si possono quindi immaginare le conseguenze, dovute anche all'assenza di vigilanza e addetti alle pulizie”.

Ma va bene così. Del resto, il Parco è nato per essere vissuto. In ogni suo angolo. Nell’area pic nic predisposta lungo il sentiero del jogging, ad esempio, è ora di pranzo. Il forno è acceso e la tavola imbandita. Gli ex precettori di mobilità che “curano” il giardino sono lì, tutti insieme in un bel momento di convivialità.  Il rispetto e la stima che nutrono per il loro presidente si comprende quando fanno di tutto per farlo sedere alla loro tavola.  Anche solo per un brindisi.  E con lui anche i giornalisti de "La Nuova Calabria" ad apprezzarne l'ospitalità sincera.

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