di Antonella Scalzi
Ultima seduta di primavera all'insegna di un ritardo da guinness. Consiglio comunale convocato in seconda per le 9,30 eppure soltanto dopo un'ora abbondante il presidente Marco Polimeni ha chiamato a raccolta i capigruppo per la consueta riunione preconsiliare. Ingresso in aula alle 11 e via con i colpi di scena. Uno striscione ha sollevato in aula l'annoso tema della depurazione. Pochi secondi e in aula è tornata la normalità che ha consentito al presidente Polimeni di dar conto del passaggio nel gruppo misto dei consiglieri di maggioranza Giovanni Merante e Antonio Triffiletti.
Breve polemica prima, temi politici poi che hanno lasciato il posto all'attualità amministrativa con una variazione al bilancio di previsione finanziario e dell’applicazione dell’avanzo di amministrazione per l’esercizio 2018 in scadenza entro il 24 giugno. Variazione fondamentale che è di fondamentale importanza per l’iscrizione del Catanzaro Calcio al campionato di Lega Pro. Prima ancora il vaglio della determina dirigenziale che liquida il Trattamento di fine rapporto all'ex capo ufficio stampa del Comune. E nell'attesa di affrontare risoluzioni in giacenza nel corso della prossima seduta, il dibattito è apparso subito privo di sconti con Sergio Costanzo che, dai banchi dell'opposizione, ha rispolverato l'inghippo Safe City per poi puntare il dito contro il depuratore e le recenti dichiarazioni sul suo buon funzionamento e attaccare l'amministrazione su paletti, funicolare nonché il sindaco sulla kermesse "Settembre al parco". Ma la questione è politica e Abramo è finito nel mirino anche per la corsa alle Regionali, la sua rottura con Forza Italia e con Mario Occhiuto. Scontro in uno scenario che non è quello naturale e il capogruppo di Fare per Catanzaro non ha dimenticato di ricordare quanto sia urgente il ritorno nell'aula rossa.
Sintonia totale con Nicola Fiorita di CambiaVento che ha posto sul piatto anche il tema degli impianti sportivi e delle sue condizioni. Tante domande da parte di un consigliere comunale che, per l'ennesima volta, ha dimostrato di non condividere praticamente nulla della gestione Abramo, eccezion fatta per le strisce bianche su Corso Mazzini.
A quasi un'ora dall'avvio dei lavori del Consiglio, politica in primo piano anche nel primo intervento dai banchi del gruppo misto targato Giovanni Merante. L'ex assessore pensa alla candidatura di Mario Occhiuto, stigmatizza il fatto che il sindaco di Cosenza sia stato «scaricato anche dall'Udc», ma non ha avuto problemi a dirsi in buona parte d'accordo con Sergio Costanzo. Alla missione che avrebbe impedito ad Abramo di presenziare alla convention di Occhiuto, insomma, in pochi sembrano credere. È così per Merante che al sindaco ha chiesto: «Se vuole intraprendere un percorso lo faccia, noi ci siamo». Il riferimento alla Giunta, netto l'avvertimento: «Il tempo stringe, servono decisioni forti e coraggiose». Basta con i vecchi sistemi e la vecchia politica, insomma. Questo il monito di un consigliere che vuole un progetto nuovo senza sacrificare il primo cittadino.
Cambiamenti chiesti a gran voce anche da Eugenio Riccio che, dai banchi dell'opposizione, rivendica controlli super partes sul depuratore. «Amministrazione svogliata che non ha rispettato il programma»: Questa la conclusione senza appello di Riccio che ha bollato come «infrequentabili» anche i cimiteri e ha riacceso i riflettori anche sulla rotatoria di Giovino. Sei mesi di stop che faranno trascorrere un’altra estate senza rotatoria e che a lui non vanno proprio giù. «Cambi qualcosa» : questo l'appello diretto al sindaco e stroncato da Rosario Mancuso, l'uomo del sindaco che ha riportato l'attenzione sulla variazione di bilancio all'ordine del giorno. Ma la politica fa rumore a Catanzaro e di Regionali ha finito per parlare anche Rosario Mancuso con un secco: «Non saremo noi a scegliere il nostro candidato».
Politica, polemiche, atti amministrativi, ma anche attualità con il Socialista Roberto Guerriero che dal Consiglio si sarebbe aspettato una presa di distanza dalle minacce che han no investito il procuratore Nicola Gratteri. Tanti i distinguo sottolineati da Guerriero sulla presentazione delle pratiche all'aula. «Amareggiati»: questo l'aggettivo che ha fatto da sigillo a un intervento, quello di Guerriero, squisitamente politico che ha riportato d'attualità le battaglie d'opposizione della scorsa consigliatura. Prima tra tutte quella su Safe City che a Catanzaro è una vicenda antica.
E le polemiche sulla presentazione delle pratiche sembra aver infastidito e non poco un altro uomo di Abramo. Per questo Filippo Mancuso ha chiesto al sindaco di far sì che i dirigenti partecipino alle commissioni. L'obiettivo? Spiegare ai consiglieri le pratiche prima che arrivino in aula e «mettere i cittadini al centro» . L'ex assessore al Bilancio è apparso infastidito anche dalle polemiche del primo cittadino del capoluogo alla convention di Mario Occhiuto. «Noi voteremo il nostro candidato chiunque sia, voi pensate al vostro». Ecco la stoccata di chi poi ha scelto di tornare sulle pratiche mostrando la sicurezza della normalità.
Sullo sfondo lo striscione che sembra essere rimasto negli occhi all'Aielliano Antonio Ursino. «Il depuratore funziona». Netta la rassicurazione di chi punta il dito contro la pulizia mai effettuata. Ed ecco la notizia, da noi anticipata, dell'imminente svuotamento delle tre vasche. Il nodo cruciale per Ursino resta il Corace, il fiume della discordia sul quale pendono sospetti di scarichi abusivi. Nessuna critica, dunque, e anzi il consigliere di maggioranza ha esaltato l'assenza di debiti commerciali del capoluogo.
Ma non è oro tutto quel che luccica. sul piede di guerra la vicepresidente del Consiglio, Roberta Gallo. «Basta con le notizie apprese dalla stampa». La stoccata della fedelissima di Mimmo Tallini, in sostanza, ha messo sulla graticola quelle che ha definito «mancanze ingiustificate». Fare squadra è stato il leit motiv di una consigliera che sogna il ritorno all'unità. Ma la diatriba per le Regionali c'è e si vede, ma Forza Italia non ci sta a passare come una forza di rottura. Proprio a lei, dunque, è toccato gettare acqua sul fuoco dello scontro politico e l'ha fatto assicurando: «Per noi Abramo è una risorsa per la regione così come lo è Occhiuto».
Dalla politica al dramma dei bimbi discriminati per le loro difficoltà. Su questo ha scelto di concentrarsi l'esponente di Fare per Catanzaro Cristina Rotundo.
I cittadini prima di tutto, quindi, e sulla stessa lunghezza d'onda è apparso il suo compagno di movimento Fabio Celia che dai bimbi discriminati è passato alla situazione di cui sono protagonisti cento lavoratori della Cz Servizi. «Persone sfruttate», la cui condizione - dal suo punto di vista - sembra stridere con quel. seppur legittimo, trattamento di fine rapporto da saldare. Ma i motori Celia li scalda sulla piscina di Ponte piccolo e su quelle proroghe che contesta al punto da definire Catanzaro «una città strana». Città della quale, però, Celia sembra essere orgoglioso quando protesta, come ha fatto oggi, per il cattivo odore del depuratore. Balletto continuo tra problemi, pratiche e politica a cui neanche Celia si è sottratto pur addolcendola con i complimenti, per diversi motivi, agli assessori Sculco e Lobello.
Opposizione ancora protagonista con Gianmichele Bosco di CambiaVento, anche lui concentrato sui temi politici per bocciare il ragionamento targato Filippo Mancuso. «Ci sono le idee, per me non si può votare chiunque». È il modus operandi che lui proprio non condivide. «La maggioranza va a tentativi»: cosi il braccio destro di Nicola Fiorita ha esaltato la scelta di srotolare in aula lo striscione che ha portato una scarica di adrenalina in aula a lavori appena partiti. Viabilità, Safe City e tanto altro. Poi la forma, quella sulla l'opposizione ha scelto di insistere costantemente e il depuratore. Il nuovo impianto annunciato da Abramo, ma mai realizzato è stato rispolverato da Bosco per fare la cronistoria di una vicenda complicata e ammonire l'amministrazione sul rischio di «perdere quei finanziamenti che, essendo vincolati, non potranno essere utilizzati per ammodernare il vecchio depuratore». Botta e risposta con Antonio Ursino, ma Bosco è andato oltre parlando, addirittura, di «situazione devastante. Voi - ecco l'affondo colmo di ironia - siete a riusciti a risvegliare le coscienze dormienti». Nel mirino un sindaco che - a suo avviso - «ha preso in giro tutta la città, un capoluogo nel quale ci sono ancora zone impenetrabili». Una su tutte l'aula rossa perché anche lì, da troppo tempo ormai, non si può più entrare. «Servono molti più soldi»: questa la motivazione della mancato ritorno a casa. Motivazione che, però, non placa le polemiche.
Tre ore di dibattito, soltanto a questo punto è arrivato l'intervento di un sindaco furioso ed esasperato che ha letteralmente scandito: «Gli affidamenti diretti non si possono dare neanche in caso di progetti presentati gratuitamente». Per nulla convinto Sergio Costanzo, ma l'affondo di Sergio Abramo non si è fatto attendere. Il primo cittadino ha rivendicato la sua personale trasparenza bollando ogni polemica come «speculazione personale. Nessun finanziamento perso» ha tuonato. Sicurezza, la sua, che ha avuto l'effetto di animare i banchi della minoranza. Quel che è certo è che, dal punto di vista del sindaco, la misura è colma al punto da indurlo ad abbandonare l'aula.
«Fate polemiche su ciò che è già chiaro e giocate sull'equivoco»: così ha provato ha chiudere la vicenda un altro uomo del sindaco ovvero Fabio Talarico. A lui è toccato mettere il dito nella piaga politica del centrosinistra senza però provare a nascondere le contraddizioni di una coalizione, quella del centrodestra, che «divisa non vince».
Dal canto sui Giuseppe Pisano di Officine del Sud preferisce concentrarsi sul dramma di «un meridione saccheggiato» quasi per lanciare un appello all'unità costruttiva, quella che può fare la differenza su ciò che conta davvero, ma soprattutto per esaltare le doti di un sindaco che - ha affermato - «ha una visione europea». E poi le Regionali: «Serve un candidato forte che nei suoi primi cento giorni affronti il problema del precariato e del lavoro che manca perché è così che si riduce la distanza tra la politica e i cittadini». L'assenza di Abramo alla convention di Occhiuto? Nessun mistero per Pisano che, anzi, ha riferito all'aula di una telefonata cordiale tra i due sindaci che si sarebbe svolta, alla sua presenza, martedì pomeriggio.
Quella in corso, d'altronde, è una seduta che si sta svolgendo sul filo dei sospetti e dei veleni. Da qui i chiarimenti del dirigente Pasquale Costantino su quel Trattamento di fine rapporto, passato dal bilancio, che nessuno ha contestato, ma che ha dato all'opposizione il gancio per attaccare l'amministrazione su non meno importanti questioni di forma.. Chiarimenti, quelli del dirigente, arrivati poco prima delle 14,30 e a ridosso delle dichiarazioni di voto.
I dubbi, però, sembrano non essere stati del tutto fugati come viva è rimasta l'irritazione per la scelta del sindaco di abbandonare l'aula mentre Rosario Mancuso provava ad accendere i riflettori sulla scuola Mazzini, «un cantiere nel quale il Comune non può entrare». Pratica approvata alle 14,53 senza il supporto della minoranza.
Fase pomeridiana dedicata allo stadio con una variazione di bilancio pari a 420mila euro illustrata dall'assessore ai Lavori pubblici, Franco Longo, che consentirà al Catanzaro Calcio l’iscrizione al campionato. Fondi reperiti grazie a spostamenti tra capitoli di bilancio che consentiranno di rinnovare i seggiolini dei distinti e di intervenire sulla cabina elettrica che garantisce l’illuminazione esterna. Fase non priva, però, di colpi di scena. Uno su tutti quello sul depuratore che ha portato Longo a smentire Antonio Ursino: «La ditta che lo gestisce provvede già a smaltire 180 tonnellate di fanghi al mese».
Buone notizie per lo stadio, ma le polemiche non sono mancate neppure su questa pratica. A rompere il ghiaccio Nicola Fiorita nonostante il sì annunciato alla pratica. Il leader di CambiaVento ha centellinato tutti gli interventi di maggioranza provando, in sostanza, a far emergere tutto il peggio che in maggioranza c'è.
Maggioranza sotto fuoco nemico anche quando a prendere la parola è stato Sergio Costanzo che su Safe City non demorde.
E le cose non sono cambiate con Roberto Guerriero che ha portato in aula il salvataggio di Radio Radicale stigmatizzando la soddisfazione espressa ufficialmente da Palazzo De Nobili, «un Comune che, nonostante l'approvazione di un'apposita delibera, ormai sei anni fa, non garantisce ancora le video-riprese del Consiglio.
Sul piede di guerra anche Eugenio Riccio che è partito dalle criticità del depuratore per lanciare una stoccata senza appello agli uffici: «Non sono credibili». Ma dal suo punto di vista non si salva neanche la parte politica. A dimostrarlo non soltanto il tema della depurazione, ma anche quello della rotatoria di Giovino.
Cambiano le pratiche, ma non la sostanza: la seduta di Consiglio era e resta un'estenuante partita a ping pong tra maggioranza e opposizione con Giuseppe Pisano e Antonio Ursino che proprio non ci stanno a caricarsi tutte le colpe di un depuratore che fa discutere da sempre.
È così che si è arrivati alle dichiarazioni di voto anche su questa pratica inerente ai lavori dello stadio, pratica approvata quasi alle 16.
Del Ceravolo, però, i consiglieri hanno continuato a parlare per l'approvazione della convenzione che garantisce l'utilizzo dello stadio all'Us Catanzaro a fronte di un ticket di cinquemila euro all'anno. Sarà così fino al 2023, visto che la pratica ha incassato l'ok dell'aula, anche perché - come ha spiegato l'assessore allo Sport Domenico Cavallaro che ha presentato la pratica - «è una convenzione che al Comune garantisce un risparmio notevole se si considera spese pari a 80mila euro all'anno».
Ma Cavallaro è anche l'assessore all'Ambiente, un passaggio che non è sfuggito a Sergio Costanzo. Il capogruppo di Fare per Catanzaro, in effetti, ha colto per puntare il dito contro la gestione del verde pubblico. Si.Eco e Verdidea. nel mirino e Cavallaro non si è sottratto al confronto. Ha snocciolato scadenze e assicurato l'applicazione delle penali per ogni accordo che non sarà rispettato. Sullo sfondo, in ogni caso, resta una città di cento chilometri quadrati la cui pulizia è affare assai complicato. Un affare che - secondo Eugenio Riccio - meriterebbe che «i progetti fossero pubblici».
Dallo sport al pubblico spettacolo perché l'aula è stata chiamata ad approvare anche il regolamento comunale per la disciplina dello svolgimento di attività di pubblico spettacolo e per l’organizzazione e il funzionamento della commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Regolamento illustrato dall'assessore alle Attività economiche, Alessio Sculco, che ha l'obiettivo di far sì che Catanzaro stia al passo delle norme vigenti. Nulla di troppo particolare, insomma, eppure la pratica è stata emendata per spianare la strada a una competenza collegiale e meglio per non isolare - come ha precisato Fabio Talarico (uno dei proponenti) il settore gestione del Territorio nella gestione dell'argomento pubblici spettacoli.
Quasi le 17, è l'ora del fuoriprogramma. La consigliera Manuela Costanzo ha portato in aula lo sgomento per il mancato accreditamento di sei scuole di specializzazione dell'Università Magna Graecia. Protagonista un atto d'indirizzo, condiviso con l'opposizione e approvato all'unanimità, che porti il Comune a vigilare affinché ciò non accada ancora.
Rush finale al vetriolo e con Sergio Costanzo inviperito giocato all'insegna dei debiti fuori bilancio. Ben 20 pratiche di diversa natura tra cui ha fatto notizia soprattutto quello, che riguarda la ditta Paucci. Un debito che secondo Gianmichele Bosco e Fabio Talarico, non sarebbe tale in senso stretto. Fase finale contrassegnata da indecisioni e tensioni al punto che si è sfiorata anche la mancanza del numero legale e più volte il caos totale con toni da far west.
E il presidente Polimeni diventa il bersaglio dell'opposizione, in particolar modo di Sergio Costanzo, che l'ha accusato di «non aver gestito la votazione secondo le norme». Sullo sfondo urla, accuse e illazioni in un clima di assoluto divieto di riprende scene nelle quali il Consiglio non ha certamente sfoggiato la parte migliore di sé.
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