La conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei fattori identitari, di cui è parte il Tartufo del Pollino, sono i tramiti del vero sviluppo sostenibile di ciascun Territorio che ha bisogno di Tutti e di ogni singolo elemento importante per essere reso e affermato.
Questo l’assunto che ha sotteso, con più letture, i contributi di tutti, rappresentati nel Castello Aragonese in occasione del convegno sui primi risultati della ricerca CNR/ARSAC riguardanti il tartufo del Pollino, finanziata dal Comune di Castrovillari: dal Sindaco, Domenico Lo Polito, che ha richiamato le ragioni dell’azione al fine di risalire alla “carta d’identità” del fungo ipogeo presente nel comprensorio e che riporta inoltre , più in generale, al ruolo importante della conoscenza dell’esistente anche per salvaguardia del bene ambiente, al Presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il quale ha annunciato pure la prosecuzione dello studio con la firma di una convenzione da parte dell’Ente e lo stanziamento di fondi, ai Presidenti della Pro Loco e dell’Associazione “Il Tartufo e la sua Cultura”-partner della e nella manifestazione Convivio d’Ottobre dove si è celebrato il momento in prosieguo a Civita..nova-, rispettivamente Eugenio Iannelli e Salvatore Argentano che hanno affermato portata dell’evento per la maggiore comprensione delle specificità identitarie determinanti per un più complessivo sviluppo sostenibile delle aree, sino a Luigi Gallo, dell’ARSAC -Centro di Divulgazione Agricola di Castrovillari (Ce.D.A.), e Andrea Rubini, dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse della sede di Perugia del CNR che hanno spiegato gli iniziali elementi-guida scaturiti dall’approfondimento, in progress, e finalizzati, attraverso analisi, procedure e protocolli dedicati, a definire il DNA di queste specie.
Caratteri, sicuramente, che rafforzano le molteplici potenzialità dei comprensori del Parco del Pollino il quale ne ha per tutti i gusti e, soprattutto, per una crescita diffusa delle popolazioni, inscindibili da ciò che le circonda e le rende continuamente apprezzabili tra impronte millenarie e tracce indelebili.
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