di GABRIELE RUBINO
I rapporti burrascosi lasciano sempre qualche strascico a distanza di tempo. E' il caso della famosa convenzione fra l'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Un progetto nato nel lontano 2012 che avrebbe dovuto portare alla creazione del "Centro delle chirurgie quale primo step del Programma Centro Pediatrico Bambino Gesù Calabria" e che poi è stato risucchiato nel vortice delle polemiche (a causa dei costi da molti ritenuti elevati per la sanità regionale). L'esperienza si chiuse nella seconda metà del 2016, nonostante l'accordo fosse stata rinnovato qualche mese prima dall'allora commissario ad acta Massimo Scura. Adesso spuntano i conti ancora da saldare.
FATTURE DA 1 MILIONE E 750 MILA EURO, ECCO PERCHE' SI E' ARRIVATI ALLA TRANSAZIONE- Infatti, l'ospedale pediatrico aveva emesso delle fatture che dal Pugliese di Catanzaro non avevano inteso onorare "a causa - si legge negli atti dell'azienda ospedaliera del capoluogo- dei dubbi sollevati dagli uffici aziendali in ordine alle effettive prestazioni rese dall'OPBG e al mancato/ parziale raggiungimento degli scopi previsti dal Protocollo d'Intesa". Ma la partita doveva essere prima o poi chiusa. Così la direzione generale, al fine di evitare un potenziale contenzioso con il 'Bambino Gesù' ha chiesto un parere all'ufficio legale sulla 'convenienza' a non trascinare oltre la disputa puntando su una transazione rispetto all'importo da circa 1 milione e 750 mila euro preteso da Roma. Alla fine, il commissario straordinario del Pugliese-Ciaccio Francesco Procopio ha sottoscritto con Mariella Enoc, presidente dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, un accordo che prevede uno 'sconto' per le casse dell'ospedale catanzarese.
LE IPOTESI PREVISTE DALLA TRANSAZIONE- Le ipotesi contemplate sono due. Se il Pugliese-Ciaccio riuscirà a ottenere l'anticipazione di liquidità dalla Cassa depositi e prestiti entro il 31 dicembre di quest'anno verserà in unica soluzione 1,3 milioni di euro (o pagamento a rate da concordare a patto che si resti entro l'anno), pari al 74,37% dell’importo fatturato e scansando così gli interessi di mora (l'ultimo pagamento del Pugliese risale a marzo 2015). Se non dovesse arrivare l'anticipazione di liquidità, allora scatta la seconda opzione. Il Pugliese pagherà a rate circa 1,4 milioni di euro (l'80%) fino a dicembre 2022.
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