Corap, la storia della dirigente che non poteva esserlo: era stata condannata per abuso d'ufficio

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Corap
  30 settembre 2019 11:30

di GABRIELE RUBINO

Oggi in Consiglio regionale è attesa la bagarre politica sulle sorti del Corap. L’ente pubblico della Regione è sommerso da una valanga di debiti da cui non riesce a riemergere e la mossa prospettata dal presidente Oliverio è quella di attivare il meccanismo della liquidazione coatta amministrativa per preservare patrimonio e dipendenti. Ma il favoloso mondo del consorzio dei consorzi, che dovrebbe “sviluppare” le aree industriali calabresi, è così prolifico che è capace di produrre non solo buchi di bilancio ma anche incarichi dirigenziali che non potevano essere conferiti.
Ad affermarlo è una delibera dell’Anac (la numero 313/2019) depositata il 16 aprile scorso. Al Corap se ne ricordano giusto qualche giorno fa, il 24 settembre, quando l’attuale commissario straordinario Fernando Caldiero prende atto delle determinazioni dell’autorità nazionale dell’Anticorruzione e decide di revocare gli atti “incriminati”. La dirigente è Alessandra Vaccaro che, stando alla ricostruzione dell’Anac, è stata condannata, con sentenza del 15 dicembre 2017, alla pena di un anno e otto mesi di reclusione (con pena sospesa), per abuso d’ufficio. Non proprio l’accusa migliore per un dipendente pubblico. Per l’allora Responsabile Anticorruzione del Corap, nonostante le segnalazioni arrivate, non si poteva sollevare la questione della inconferibilità dell’incarico da dirigente perché la condanna non era stata accompagnata dalla pena accessoria. Tesi smontata dall’Anac visto che l’inconferibilità si configura anche quando la sentenza non è passata in giudicato. Gli incarichi dirigenziali attribuiti prima e dopo la condanna sono quindi nulli. La durata dell’inconferibilità, in questo caso, è di 40 mesi (il doppio della pena).

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Vaccaro, nell’ordine, era stata nomina dirigente nell’area “Gestioni reti”, in particolare per risolvere le problematiche contrattuali e amministrative con le varie società di servizi con cui il Corap ha rapporti con decreto 84 dell’8 giugno 2017; dopodiché con decreto n. 5 del 16 gennaio 2018 era stata individuata quale responsabile unica del procedimento per il passaggio alla gestione diretta della piattaforma depurativa di Crotone, atto poi revocato con decreto n. 65 del 19 giugno 2018 quando il Corap decise di bandire una gara ad evidenza pubblica per la gestione della piattaforma depurativa ma comunque confermando Vaccaro come Rup. Infine, questa volta con un ordine di servizio del 6 novembre 2018, Vaccaro è stata ulteriormente “premiata” vedendosi inquadrata come coordinatrice della Centrale acquisti “per semplificare il processo degli approvvigionamenti”. Tutti gli incarichi le sono stati conferiti dall’ex commissario Rosaria Guzzo.
Caldiero ha disposto, meno di una settimana fa, la revoca ed ha imposto all’attuale responsabile dell’Area “Gestione reti” di fare altrettanto con tutti i provvedimenti assunti da Vaccaro nell’esercizio delle funzioni che per l'Anac non poteva svolgere. Fra i tanti atti il commissario Caldiero ne ha preservato uno: il decreto 32 del 21 marzo 2018. Anche in quel caso fu firmato da Guzzo ed è l’accordo transattivo con cui, per rinunciare al giudizio con il Corap stesso, a Vaccaro fu riconosciuta un retribuzione annua lorda di 94 mila euro. Non male per chi non può essere nominata dirigente.

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