Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, denuncia quello che definisce “il dramma vero e, purtroppo, silenzioso, la disumanità che, per colpa, del Covid, si sta verificando, negli ospedali(ma vengono segnalati casi simili anche nelle cliniche private), dove ai malati, delle diverse patologie(non dovute all’epidemia), viene di fatto impedito di poter incontrare un familiare(anche uno solo!) e tanti di loro addirittura, come è accaduto anche negli ultimi giorni, muoiono senza avere accanto, né visto, per l’ultima volta, senza quindi neppure il loro conforto, un congiunto”.
Corbelli riferisce dell’ultimo, grave episodio verificatosi proprio nelle ultime ore “di una donna disabile, non autosufficiente, di un comune della provincia di Cosenza, dopo molti giorni di ricovero in coma, all’Ospedale ‘Annunziata’ di Cosenza, muore senza aver potuto vedere nessuna delle sue tre sorelle. Nonostante la povera donna non avesse nulla a che fare con il Covid, sempre negativa a tutti i tamponi effettuati, dal momento del suo arrivo in ospedale, oltre 20 giorni fa, dove era stata trasferita, da una clinica privata, per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute(per diverse patologie), non ha potuto vedere nessuna delle sue tre sorelle che più volte avevano fatto richiesta di poterla vedere.
"Una beffa del destino è stata quella che una delle sorelle, - prosegue Corbelli - dopo aver insistito e visto le condizioni disperate della povera donna disabile, oramai in fin di vita, era stata venerdì scorso autorizzata dall’ospedale a vederla ma per il giorno successivo, sabato 12. Non prima, cioè lo stesso giorno di venerdì. Purtroppo non ce l’ha fatta perché la sorella disabile intanto in quelle ore moriva. Ieri (domenica) si sono tenuti , nel paese dove risiedeva, i funerali di questa sfortunata donna. Le parole che la sorella, che non ha fatto in tempo a vederla, mi ha detto mi auguro facciano riflettere e servano ad abbattere il muro di silenzio e a porre fine a questa inaudita crudeltà. E’ questo quello che Diritti Civili chiede alle autorità preposte: Ministero Salute, Presidente Regione, Commissario Sanità. Chi di loro ne ha la competenza non può continuare a tacere e non intervenire! Questo l’appello che la sorella della donna disabile scomparsa ha affidato a Diritti Civili. Continua con il Movimento dei diritti civili la giusta battaglia che stai facendo perché non accada ad altri quello che è successo alla nostra famiglia, mi ha detto la sorella di questa donna disabile.
"E’ disumano quello che abbiamo dovuto subire. Non aver potuto vedere mia sorella quand’era ancora in vita è qualcosa di atroce e inaccettabile. Mi auguro che non succeda più a nessun altro e che venga consentito ai familiari (almeno ad uno) di poter vedere i loro cari ricoverati e in gravi condizioni, come nel caso di mia sorella. Questo quanto mi ha detto la sorella di questa donna disabile. Per questo chiedo ancora una volta - incalza Corbelli - che si ponga subito fine a questa crudeltà e che, nel rispetto delle misure anti Covid, si autorizzi almeno un solo parente ad accedere, quotidianamente, in nosocomio e incontrare il paziente ricoverato, e non lasciare invece questi malati abbandonati al loro destino, spesso purtroppo tragico, in un lettino e i loro familiari fuori dal nosocomio, ad aspettare ore, sotto magari, come adesso, un sole cocente, informazioni che spesso neppure vengono date.
"Un Paese civile ha il dovere di consentire ad ogni malato ricoverato, - , continua Corbelli - per le diverse patologie (che non siano naturalmente legate all’infezione da Covid), in un ospedale, di poter ricevere la visita di almeno un congiunto stretto. Si applichino pure tutte le misure di precauzione possibili. Si faccia al parente autorizzato alla visita prima il test sierologico, il tampone, si accerti preventivamente l’esito negativo ma si consenta al familiare di poter entrare in ospedale e incontrare il paziente. E’ disumano quello che sta accadendo negli ospedali per le tante persone che vengono ricoverate e operate per le diverse malattie e ai loro familiari viene di fatto impedito di poterli vedere, di sincerarsi delle loro condizioni, di dare loro un supporto, un aiuto".
"Non solo viene impedito ai malati di incontrare i parenti ma a quest’ultimi non viene neppure fornita alcuna informazione, vengono tenuti fuori dai nosocomi, con il caldo torrido di questi giorni, ad aspettare una qualche notizia. Non basta la motivazione legata al rischio Covid a giustificare questa crudeltà. Fuori dagli ospedali le regole vengono spesso letteralmente calpestate, basta vedere quello che succede in questo periodo, si riapre tutto, a partire dalle discoteche (che si aprono e chiudono!), si fanno assembramenti e movida ovunque, dalle piazze alle spiagge, e solo per l’ospedale si invocano misure drastiche, rigide che violano gli elementari principi di umanità! Per questo, - conclude il leader di Diritti civili - fatta salva e garantita la sicurezza del personale sanitario, a cui deve andare il plauso dell’intero Paese per quello che stanno facendo, non si può impedire ad un malato di incontrare almeno un parente, naturalmente nel rispetto delle regole anti Covid”.