Coronavirus a Catanzaro. La lettera-verità di infermieri e Oss del reparto di Malattie infettive sul ricovero del paziente positivo

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images Coronavirus a Catanzaro. La lettera-verità di infermieri e Oss del reparto di Malattie infettive sul ricovero del paziente positivo
L'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro

“Perché al nord Italia i colleghi che svolgono il nostro stesso lavoro vengono elogiati, mentre qui al sud Italia anche quando lo facciamo, come in questo caso specifico, veniamo  attaccati con notizie false e  prive di verità?”

  08 marzo 2020 20:48

Riceviamo e pubblichiamo la lettera verità dell’equipe infermieristica e di Oss dell’UOC di Malattie Infettive dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro (attualmente tutti in quarantena) in merito al ricovero del paziente di Catanzaro risultato positivo al test (LEGGI QUI)

Possa essere questa nostra lettera un inno alla giustizia ma soprattutto, alla verità. 

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A parlare é l’equipe infermieristica e di Oss dell’UOC di Malattie Infettive dell’ospedale "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro; in questi giorni dove una grande emergenza sanitaria sta travolgendo interamente il nostro Paese, ci ritroviamo a fare i conti con un grosso sentimento di mortificazione a livello sia umano che professionale. Siamo stati vittima di una vessazione a livello mediatico di non poco conto; sui social dilagano, in modo più virale del virus stesso, articoli di giornale dove veniamo ad essere diffamati sul nostro operato.

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I seguenti articoli e lettere scritte dalla moglie su presunte dichiarazioni del paziente ricoverato presso la nostra UOC infangano e umiliano la nostra professionalità e il nostro lavoro. Sono state rilasciate dichiarazioni pesanti, assolutamente prive di verità. Siamo profondamente indignati per tutto ciò che leggiamo su di noi, i commenti della gente sotto i post pubblicati sono come dei coltelli affilati che continuano a ferirci. Abbiamo sempre agito con scienza e coscienza, il paziente non è mai stato abbandonato; ha sempre ricevuto tutte le cure e le attenzioni e anche il nostro sostegno psicologico in un momento tanto delicato; è stato accolto, curato e aiutato.

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Noi siamo sanitari, siamo lì per i nostri pazienti sempre e comunque con occhio vigile e premuroso a qualsiasi orario ed in qualsiasi giorno. Abbiamo letto di tutto sui giornali, che il paziente era rimasto senza ossigeno; ma lo stesso era collegato ad un sistema di erogazione di ossigeno a parete e quindi non sarebbe mai potuto rimanerne sprovvisto. Abbiamo letto che non rispondevamo al telefono di cui avevamo dotato il paziente, ma neanche questo è vero; il paziente ha sempre trovato risposta da parte nostra. E non è mai stato abbandonato, lo abbiamo sempre controllato. E quando leggiamo che il paziente è rimasto a letto con i propri escrementi? Il paziente è autosufficiente e si è sempre recato in bagno da solo, svolgendo in piena autonomia la propria igiene personale, non ha mai espresso il bisogno di ausili (come ad esempio pannolini) durante la notte sempre nella piena e trasparente comunicazione con lo stesso, ci ha riferito di non essere provvisto di biancheria pulita e, accogliendo la sua richiesta lo abbiamo fornito di una coperta pulita per affrontare al meglio la notte. La mattina dopo, riferito dalla moglie, che aveva prontamente provveduto al ripristino della biancheria del marito il suddetto ci aveva definiti come “gli angeli della notte”.

Sempre durante la notte il paziente ha sempre ricevuto i controlli dei parametri vitali prontamente registrati sulla cartella clinica e riferito il suo stato di salute al medico di guardia.  Abbiamo anche letto di un fantomatico volontario che si sarebbe preso cura del paziente, il volontario ha un nome ed un ruolo ben definito e si chiama: INFERMIERE. Non esiste nessun volontario, tutta l’assistenza erogata proviene dalla nostra equipe. 

La domanda che ci viene spontanea è una sola: perché al nord Italia i colleghi che svolgono il nostro stesso lavoro vengono elogiati, mentre qui al sud Italia anche quando lo facciamo, come in questo caso specifico, veniamo  attaccati con notizie false e  prive di verità?  Riportando lo slogan dell’OPI ordine degli infermieri nazionale diciamo anche noi : “RISPETTA CHI TI AIUTA!”

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