Coronavirus. Brusaferro (Iss): "Possibile una circolazione limitata al Sud. La curva però sta crescendo" 

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Silvio Brusaferro
  12 marzo 2020 19:33

di Manuela Correra

ROMA - Continua a crescere in Italia la curva dei contagi da nuovo coronavirus ma per le Regioni del Sud, dove i casi ci sono ma risultano al momento ancora limitati, c'è la possibilità che l'atteso 'tsunami' di infezioni possa essere evitato. Ad una condizione: che vengano rispettate in modo ferreo le rigide misure di contenimento decise dal governo. A tracciare uno scenario che apre ad un cauto ottimismo è il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro. "E' possibile che al Sud possa esserci una circolazione più limitata del nuovo coronavirus e che i picchi di pazienti che necessitano di terapia intensiva, e dunque di essere intubati, non siano così importanti come è stato al Nord, a patto che si rispettino le attuali misure stringenti di contenimento", spiega Brusaferro all'ANSA.

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Al Sud infatti, chiarisce, "i casi sono ancora limitati e se si agisce in un momento iniziale della curva epidemica si può intervenire in modo significativo. Se dunque il rispetto delle misure varate, a partire dalle limitazioni dei contatti interpersonali, è fondamentale in tutto il Paese, ancora più cruciale è nelle regioni meridionali proprio per rallentare dagli inizi la circolazione del virus". Per ora, i casi al Meridione, precisa, "hanno per lo più un collegamento con i focolai settentrionali e la situazione è molto diversa". In generale, però, "in questo momento la curva sta crescendo e valuteremo l'efficacia delle forti misure adottate nell'arco dei prossimi 15 giorni. Speriamo - afferma - in un rallentamento dei contagi soprattutto al Nord, ma è presto per fare previsioni e monitoriamo quotidianamente".

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Difficile prevedere dunque quanto potrà durare questa fase. Quanto al rischio che il virus possa 'ripresentarsi' una volta passata, come si spera, la fase di emergenza pandemica, le valutazioni e gli studi "sono in corso ma - afferma il presidente Iss - riteniamo che anche questo, come gli altri virus, possa lasciare una memoria immunitaria nelle persone che possa appunto immunizzarle. Le conoscenze sul SarsCov2, però, le stiamo sviluppando in itinere".

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Un altro dato che emerge è, inoltre, l'alto tasso di mortalità da Covid-19 nel nostro Paese: "ciò - spiega Brusaferro - può dipendere anche dal fatto che è cambiata la modalità di misurazione del denominatore. Prima la base che si considerava includeva anche tutti i soggetti postivi asintomatici, ma successivamente si sono considerati solo i soggetti positivi sintomatici. Il denominatore dunque si riduce ed il tasso di mortalità cresce. Questo è uno dei fattori che spiega il fenomeno". Punto cruciale è anche l'assistenza e le Regioni più colpite si stanno organizzando puntando pure, sottolinea, "alla creazione di Covid-Hospital, specifiche strutture dove curare i soggetti positivi o malati, lasciando le altre strutture ospedaliere ai pazienti con altre patologie. Vari gli esempi di questo tipo in Lombardia". Il problema, comunque, è mondiale dopo la dichiarazione di pandemia da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità. E la situazione in Africa, dove vari casi sono segnalati, preoccupa: "Il virus sta circolando anche qui ma le condizioni variano tra i vari Stati. Resta il fatto che l'organizzazione dei servizi sanitari africani non è paragonabile alla nostra. Il tema è globale ma l'Africa - conclude - è sicuramente un tema importante".

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