Coronavirus. Cgil e Silp Reggio Calabria danno il via al supporto psicologico per forze dell'ordine e chi si trova in difficoltà

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Cgil Calabria
  07 aprile 2020 13:15

"In tempi di Coronavirus anche la salute psicologica delle persone va tutelata. Da qui l'idea di un supporto psicologico per tutti coloro che si trovano in una condizione di fragilità emotiva dovuta all'attuale emergenza sanitaria, con la possibilità di contattare un numero telefonico dedicato (0965 893 505) o di utilizzare WhatsApp (344 150 8191)".

L'iniziativa - riporta un comunicato - è stata lanciata dalla Camera del Lavoro di Reggio - Locri e dal sindacato di polizia Silp Cgil di Reggio. Per le forze dell'ordine è previsto un servizio specifico sempre attraverso il canale telefonico o Whatsapp (numero unico 347 843 2095).

"Il periodo prolungato di isolamento dalla vita sociale - è scritto nel comunicato della Cgil - la paura di ammalarsi, il cambiamento forzato di abitudini, l'insicurezza di poter perdere il posto di lavoro, possono creare ansia, fragilità e apprensione. Anche la percezione del rischio può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico. Un problema che tocca in maniera specifica chi è in prima linea come i sanitari, i soccorritori e tutti i lavoratori impegnati a garantire i servizi essenziali oltre ovviamente ai cittadini. C'è poi la questione della violenza di genere perché per le donne vittime di abusi l'obbligo di restare a casa imposto dal coronavirus può diventare una doppia emergenza. Dunque, grazie alla disponibilità di uno staff di professionisti, abbiamo disposto il servizio di supporto psicologico telefonico gratuito come prime contact per supportare e agire concretamente, laddove necessario".

Un focus è stato dedicato alle forze dell'ordine. "Come tutto il personale che lavora nelle emergenze - riporta ancora il comunicato - gli operatori in divisa si trovano esposti a forti traumi e stress, sia come cittadini e sia perché 'costretti' a fronteggiare una situazione nuova, un virus che ancora non ha vaccini e cure, con le conseguenti preoccupazioni per la propria salute e i propri cari. Il rischio, per i poliziotti, è quello della sintomatologia da stress post-traumatico. Una situazione che può determinare un cortocircuito perché chi è soccorso, il cittadino, non si aspetta che il soccorritore possa avere dei disagi. Vogliamo offrire con questo servizio un supporto ulteriore"

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