La coordinatrice dell’ assemblea territoriale di Cittadinanzattiva TdM di Catanzaro, Emilia Celia, scrive al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. Al centro della lettera c'è la richiesta "di valutare la possibilità di identificare una struttura dedicata alla diagnosi e cura di pazienti positivi o probabili positivi al COVID-19 dotata di personale e tecnologie proprie ,magari presso l'area già allestita all’ Azienda Policlinico Mater Domini e/o comunque isolata rispetto ad altri punti di erogazione di prestazioni sanitarie, e dare così la possibilità ai cittadini di ritornare, e senza timore, al Pugliese per essere curati perché si muore anche per patologie cardiovascolari, neoplasie non diagnosticate ,patologie respiratorie ed altro".
"Le scrivo in un momento così delicato per il nostro Servizio Sanitario Nazionale spinta dalle tante e pressanti richieste d'aiuto da parte di quei cittadini che ,affetti da patologie importanti e complesse ma diverse dalla COVID-19 , hanno difficoltà o addirittura non riescono ad accedere a prestazioni,visite ed esami specialistici erogati fino a poco tempo addietro dalla nostra HUB “Pugliese Ciaccio”.
Come certamente Lei ben sa- si legge nella lettera- la suddetta Azienda da anni risponde alla richiesta di salute dei cittadini, a volte anche caricandosi di compiti che spetterebbero alle strutture territoriali ed in attesa di una migliore ed auspicata organizzazione della “filiera sanitaria”.
Ma tale organizzazione è , a tuttora,incompleta ed in itinere ed anche i medici di medicina generale, pur presenti ed attivi ,non hanno i mezzi a disposizione per rispondere ad alcuni bisogni dell’ utenza anche in virtù di una diversa mission istituzionale.
Da quando l’Azienda “Pugliese Ciaccio”. è stata scelta dalla Regione Calabria come centro di riferimento per la zona Centro per la cura dei pazienti Covid, i cittadini non positivi ma bisognosi di diagnosi e cure hanno perso un importante appoggio per la risoluzione dei loro problemi di salute senza , peraltro, avere alcuna alternativa.
Il territorio non è ancora attrezzato adeguatamente e tanto meno le strutture private autorizzate/accreditate e quindi siamo arrivati al punto che purtroppo non ci si cura adeguatamente e si può morire anche per patologie serie che vengono misconosciute e/o non trattate .
A ciò si aggiunge anche- continua Celia- il timore da parte dei pazienti di afferire in una struttura sanitaria dove notoriamente sono assistiti pazienti con probabile COVID-19 o comunque asintomatici /paucisintomatici per SARS- COV2.
E purtroppo l’ emergenza non è ancora terminata e si prevedono tempi molto lunghi per una risoluzione completa del problema.
Quello che le chiedo- e qui la richiesta finale- è di valutare la possibilità di identificare una struttura dedicata alla diagnosi e cura di pazienti positivi o probabili positivi al COVID-19 dotata di personale e tecnologie proprie ,magari presso l'area già allestita all’ Azienda Policlinico Mater Domini e/o comunque isolata rispetto ad altri punti di erogazione di prestazioni sanitarie, e dare così la possibilità ai cittadini di ritornare, e senza timore, al Pugliese per essere curati perché si muore anche per patologie cardiovascolari, neoplasie non diagnosticate ,patologie respiratorie ed altro":
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