Nell’immaginario collettivo lo sciacallo è un animale che, dinnanzi ad una disgrazia, pensa a come poter sfruttare l’occasione.
Non sembri un paragone azzardato. In questi giorni, mentre si invita la popolazione a restare a casa; mentre si spiega alle imprese come sia prioritario abbassare le saracinesche rispetto all’interesse generale, ecco che "lo sciacallo colpisce.
La zampa dello sciacallo oggi ha colpito con un pignoramento per tributi relativi agli anni 2008-2009, eseguito a Sellia Marina, in piena emergenza".
Durissimo il Codacons che ha già chiesto al Ministero dell’Economia di cancellare, con effetto immediato, le società di riscossione dei tributi che si stanno rendendo protagoniste di un comportamento inqualificabile.
Chi specula sull’emergenza deve essere duramente sanzionato - sostiene il vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto.
Ma l’associazione si scaglia anche contro i Sindaci, ritenuti tra i principali responsabili di quanto sta accadendo.
“Alcuni amministratori, purtroppo, sono ancora più letali dei virus”.
A parole sono affranti e si stracciano le vesti per dimostrare vicinanza alla popolazione, nei fatti si comportano proprio come degli sciacalli.
Visto che non hanno tempo per imporre la revoca a tutte le procedure in corso.
“Evidentemente, al netto della carità di facciata, è decisamente più conveniente far cassa sulle disgrazie”.
E così, mentre il Codacons invocava all’ANCI la sospensione dell’attività di riscossione fino al termine dell’emergenza, alcuni Concessionari hanno pensato bene di accelerare le procedure esecutive.
Avevamo chiesto a tutti i sindaci calabresi - prosegue Di Lieto – uno stop generalizzato nella riscossione dei tributi locali.
Non c’è bisogno di spiegare come la situazione sia difficile e come ricevere richieste di pagamento, quando l’economia è letteralmente in ginocchio, potrebbe creare situazioni esplosive.
Eppure ancora oggi piovono su cittadini ed imprese pignoramenti verso terzi.
Le misure recepite dal Governo, purtroppo, non sono sufficienti.
Perché quando viene notificato un pignoramento, l’istituto di credito ovvero il datore di lavoro (terzo) ha un preciso obbligo di bloccare il conto o di effettuare l’accantonamento riducendo, quindi, la busta paga o la pensione.
Ad aggravare la situazione, si aggiunge come la sospensione delle attività giudiziarie abbia reso pressoché impossibile ottenere la “liberazione” del conto corrente, della pensione o della busta paga in tempi ragionevoli.
Occorre, quindi, revocare tutte le procedure esecutive in corso, dai pignoramenti ai fermi amministrativi.
Lo scopo è quello di ridurre i disagi e le incombenze per Cittadini ed imprese durante questo eccezionale periodo d’emergenza, non solo sanitaria, ma anche economica.
Chiediamo ai Sindaci un importante gesto di distensione – conclude Di Lieto – per consentire a tutti di poter rimanere in casa, in attesa che passi questo brutto momento.
È impensabile assistere a fermi o pignoramenti mentre si invita la popolazione a rimanere in casa.
I Cittadini non devono percepire i comuni come fossero un nemico da cui difendersi, per questo motivo vogliamo confidare nella sensibilità degli amministratori calabresi.
Durante le disgrazie, infatti, solo gli sciacalli pensano a guadagnare".
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