Un vero e proprio appello quello che la presidente dell’associazione ‘PerLe Demenze. Famiglie Unite Calabria”, Anna Correggia, rivolge al presidente del Consiglio, alla presidente della Regione Calabria e al sindaco di Catanzaro. Un appello per sottolineare il diritto delle persone con demenze di poter uscire di casa in sicurezza per ragioni di salute. Una richiesta legata da ultimo alla questione della possibilità di uscita di un genitore con figli minorenni
“Sono Anna Correggia, moglie di Elio, persona con demenza, e rappresento l'associazione di famigliari ‘PerLe Demenze. Famiglie Unite Calabria’. Mi rivolgo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e al sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, per chiedere loro - scrive - di intervenire ognuno per la propria competenza al fine di garantire alle persone con demenze la possibilità di brevi uscite sotto casa in sicurezza. Una richiesta che diventa più urgente dopo che il Viminale ha riconosciuto la sia pur timida possibilità di uscita all’aria aperta di un genitore con i figli minori. La nuova circolare del ministero dell'interno chiarisce che è consentito a un solo genitore di camminare con i propri figli minori per lo svolgimento di attività motorie all'aperto purché in prossimità della propria abitazione. Sempre nella circolare viene chiarito che potranno essere consentiti spostamenti nei pressi della propria abitazione ‘giustificati da esigenze di accompagnamento di anziani o inabili da parte di persone che ne curano l’assistenza” se questi spostamenti sono legati a ‘motivazioni di necessità o di salute".
"Dunque - aggiunge.- da una parte genitori e figli e dall’altra le persone disabili con i loro accompagnatori. Una possibile coesistenza in spazi all’aperto che ci crea qualche perplessità nonostante le recenti parole del premier Conte, che in occasione della conferenza stampa di mercoledì primo aprile ha sottolineato che è possibile uscire di casa con i propri figli solo quando è strettamente necessario".
Secondo l’associazione PerLe Demenze Calabria, i dubbi e la confusione rimangono. "Temiamo infatti che a seguito della circolare si possa consentire a genitori e figli minori di uscire di casa ogni qual volta lo vorranno, magari più volte al giorno e senza limiti ben precisi.Nella circolare si parla inoltre di spostamenti consentiti ‘ad un solo genitore’ per ‘camminare con i propri figli minori’ senza stabilire il numero dei figli che possono uscire per ogni singolo genitore, né si specifica l’età dei minorenni, che sono tali fino al raggiungimento dei diciotto anni. Pertanto, noi temiamo possibili maglie larghe e che ci possa essere tanta gente in circolazione. Immaginiamo di conseguenza comportamenti superficiali che metteranno in serio pericolo le persone fragili, gli anziani, e in particolar modo le persone con demenze che tra l’altro durante le loro passeggiate non possono portare alcun dispositivo di sicurezza".
"In caso di contagio, per una persona con demenza sarebbe complicata anche ogni cura medica invasiva, come ad esempio l’intubazione. Perché per queste persone anche una flebo è pressoché impossibile da gestire. Si tratta di persone che non si possono lasciate da sole nei reparti e non possono restare in isolamento domiciliare. Questo non lo possiamo permettere. Per cui chiediamo fortemente che la circolare venga modificata con l'introduzione di fasce orarie prestabilite e di ogni altro accorgimento necessario per evitare assembramenti e per darci la possibilità di uscire in tutta sicurezza. Chiediamo inoltre controlli effettivi perché l'etica del rispetto non cada in prescrizione. Restare a casa e rispettare le regole del buon senso per la sicurezza di tutti è il sacrificio da portare avanti oggi più che mai. Un sacrificio rispettoso e doveroso nei confronti delle troppe vite perse e di tutti coloro che stanno lavorando per debellare questa terribile pandemia".
"Tutti ce la stiamo cavando come meglio possiamo, inventandoci di tutto e di più. Perché come ha detto Papa Francesco, siamo tutti nella stessa barca - conclude Anna Correggia - ma anche noi familiari delle persone con demenze siamo stanchi. E tanto stanchi sono i nostri cari. Per cui cerchiamo di venirci incontro rispettando i bisogni di tutti”.
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