Si inoltra di seguito dichiarazione integrale del
“La pandemia da Covid 19 impone a tutti di fare un impegnativo esercizio di gestione delle paure e delle emozioni convulse, dando spazio alle intelligenze, alla capacità di organizzazione, coordinamento e gestione, che sono presenti nelle nostre istituzioni ed enti. Questo riguarda prima di tutto quante e quanti hanno responsabilità di primo piano nel disporre indirizzi certi e garanzie delle procedure. È un aspetto che investe il mondo politico, ma ancora, qui e ora, prima di tutto chi ha l’immane responsabilità di organizzare la sanità di pronto intervento nella gestione di questa pandemia. Vale ovunque, in Italia e nel mondo, e vale anche nella nostra città. Da giorni, infatti, riceviamo rassicurazioni sul fatto che siano stati resi operativi ai massimi livelli sia l’ospedale Pugliese-Ciaccio, che poi è l’hub regionale, quindi il centro con un carico pressante che arriva dai territori, sia il Policlinico situato nel quartiere Germaneto", consigliere comunale e capogruppo di Officine del sud Lorenzo Costa.
"Ho letto, con estrema preoccupazione, che le due strutture non “operano in coppia” – e chi sostiene questo utilizza un termine meccanico che indica l’equilibrio della funzione - nel senso che, da quanto riscontrato da alcune denunce, vi è un disequilibrio nell’utilizzo che causa sofferenze al Pugliese Ciaccio. In sintesi: l’hub è costretto a soccombere.
Non deve sfuggire, inoltre, che il Pugliese-Ciaccio sia il pronto soccorso per eccellenza per l’intero territorio, e nello stesso tempo struttura d’intervento d’urgenza di Emodinamica Cardiovascolare, Neurologia con Stroke Unit, Traumatologia e Neurochirurgia. Per quanto riguarda le stesse strumentazioni di diagnosi, esse sono sottoposte ad utilizzi continui e multipli, con tutto ciò che significa in questo momento. Al Pugliese-Ciaccio potrebbero determinarsi delle situazioni difficili, dal momento che la struttura non consente rigorosi percorsi di transito dedicato unicamente per pazienti Covid 19, mentre le strumentazioni diagnostiche, a fronte di un incremento esponenziale del contagio, rischiano una condivisione con altre emergenze inderogabili, che non possono osservare i tempi dell’alternanza imposti da adeguati tempi si sanificazione degli ambienti.
Il Policlinico, allo stato attuale, è sprovvisto di pronto soccorso ed effettua solamente prestazioni d’elezione in gran parte differibili. Questo consentirebbe, attraverso un sistema di pre-triage, la gestione dei pazienti sospetti e diagnosticati in un ambiente idoneo e isolato dal resto del contesto nell’interesse della salute dell’intera comunità.
Sia allora data piena operatività alla struttura del Policlinico, eccellenza riconosciuta a livello nazionale, già dotata di alte specializzazioni di Rianimazione e relative strumentazioni.
Un Policlinico che offre una struttura nella quale poter ampiamente organizzare una efficientissima gestione, a partire da percorsi dal triage alle diagnostiche ai reparti.
Chi di dovere, come la Politica al più alto rango regionale, anche nelle sue diramazioni tecnico-amministrative nei Dipartimenti, raccolga l’appello che arriva dal territorio e, in particolare, da parte di tutto il personale sanitario che vive con straordinaria abnegazione l’emergenza dentro al Pugliese-Ciaccio.
Si attivi da subito e al meglio la professionalità e lo spirito di servizio che sono presenti al Policlinico e che non attendono altro che essere utilizzati al massimo.
Questo è il momento di dimostrare come la Calabria, anche attraverso l’esempio di Catanzaro, sia in grado di testimoniare un livello altissimo di capacità gestionale basato sul coordinamento, la forza della rete, senza campanilismi, lotte intestine e gelosie.
Non bastano gli annunci, pur positivi, di risorse aggiuntive. Serve, e subito, la dimostrazione che queste siano al servizio delle nostre popolazioni, in sicurezza e serenità. Sarà anche attraverso questo aspetto che Catanzaro e la Calabria, nel pieno di una drammatica storia, potranno riscoprire la forza, l’unità e l’identità di una comunità dimostrando, allo stesso tempo, che la gestione di un’emergenza è possibile anche in una terra sotto tanti aspetti disastrata come la nostra”.
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