di DOMENICO PALESSE
Dal picnic in famiglia al parrucchiere fuori legge, dall'amore in auto alla vendita abusiva delle mascherine in strada. Non accenna a placarsi la pioggia di denunce per chi viola le norme anti-coronavirus approntate dal governo e che solo nella giornata di lunedì ha toccato quota ottomila sanzioni. Il rispetto delle norme e delle restrizioni chiama in causa anche i sindaci delle principali città italiane che in questi giorni si stanno spendendo in prima persona per richiamare i propri concittadini a stare in casa.
Un allarme, in particolare, arriva da Marco Potì, primo cittadino di Melendugno, comune del Leccese, che ha segnalato alle autorità e alla magistratura il rischio contagio nel cantiere Tap. Lì, sostiene, ci sarebbero molti lavoratori, alcuni dei quali provenienti anche dalle zone rosse, sprovvisti di mascherine e materiale di protezione. Ma intanto le denunce continuano a fioccare in ogni angolo d'Italia per comportamenti ormai non più tollerati dalle forze dell'ordine.
E' il caso delle 12 persone fermate dai carabinieri durante un picnic in un parco di Napoli, con tanto di sedie e tavolini. "Avevamo bisogno di prendere un po' d'aria", la loro giustificazione ai militari.
Non ha resistito alla tentazione una coppia nel Milanese che si è appartata in auto. Un episodio notato da una pattuglia dei carabinieri che li ha denunciati per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità. In cinque, invece, sono stati sanzionati per aver tenuto aperto il negozio di parrucchiere a Bologna. Si tratta di un dipendente e di quattro clienti. Il negozio è stato chiuso ed è partita anche la segnalazione alla Prefettura per la futura sospensione dell'attività.
Innumerevoli, invece, i casi di mascherine vendute con rincari anche di oltre il 1.000% o non conformi alla normativa. Dall'inizio dell'epidemia la Guardia di Finanza ha effettuato oltre 60 mila sequestri. L'ultimo oggi in una ditta di pompe funebri nel Palermitano, dove i titolari vendevano mascherine artigianali completamente fuori legge e prive del marchio CE. Un farmacista, nella zona di Chiaia, a Napoli, è stato denunciato per aver speculato sui prezzi di gel e mascherine. A Bologna, invece, un gruppo di ragazzi è stato denunciato dopo essere uscito di casa per andare a fare una partita di pallone fra amici. Sanzione anche ad un pensionato che stava assistendo al match. Sanzioni in arrivo anche per i bontemponi di internet.
Con l'accusa di procurato allarme è finito nei guai un 44 enne della provincia di Potenza, che su Facebook aveva scritto di trovarsi a Codogno, quando in realtà era nel suo paesino lucano. E la lotta alle fake news, che in questi giorni di emergenza si diffondo quantomai velocemente, sarà tra le priorità dell'Asl di Rieti che ha annunciato l'intenzione di segnalare alle autorità chiunque "annunzi pericoli inesistenti, susciti allarme presso l'Autorità, o presso Enti e singole persone". Appelli che ricalcano le parole di molti sindaci d'Italia, "in prima linea" nella lotta al virus. E' subito diventato virale, oggi, il video del primo cittadino di Delia, comune di 4.000 anime in provincia di Caltanissetta. "Ora tutti podisti sono diventati?", si chiede Gianfilippo Maria Bancheri, lamentando il fatto che molti concittadini non rispettino l'indicazione di restare in casa. "Come andrà tutto bene se continuiamo ogni giorno ad uscire per fare la spesa, quando andrebbe fatta una volta ogni dieci giorni - evidenzia -. Come andrà tutto bene se tutti i giorni le persone escono per andare a comprare le sigarette. Come andrà tutto bene se la gente fa avanti e indietro dal benzinaio. Ma questa benzina a cosa serve se dovete restare a casa? Come andrà tutto bene se moltissime persone chiedono il parrucchiere a casa?". Domande retoriche alle quali, però, qualcuno, stando al numero di denunce quotidiane, ancora non riesce a rispondere correttamente.
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