Da otto giorni lotta giorno e notte con oltre trenta medici, infermieri e specializzandi con un unico obiettivo. O meglio una missione: salvare la vita a Mattia, 38 anni di Castiglione d’Adda, il “paziente uno” trovato a Codogno, colpito dal coronavirus.
E’ Raffaele Bruno, 53 anni di Cosenza, e dirige il reparto di malattie infettive del policlinico San Matteo di Pavia, che si caratterizza per la propria realtà polispecialistica e per la forte vocazione all’integrazione di assistenza, didattica e di ricerca.
Si cerca una cura contro il Coronavirus e ci vorrà del tempo per sviluppare un farmaco anti coronavirus. Almeno un paio d'anni per un vaccino, secondo le stime di Walter Riccardi dell'Organizzazione mondiale della sanità. E così i medici si vedono costretti a trovare da soli una "via d'uscita". In un'intervista al Corriere della Sera, Bruno ha spiegato: "Il principio attivo è il Lopinavir, un antiretrovirale che appartiene alla classe degli inibitori della proteasi, un enzima presente sia nell’Hiv sia nel Coronavirus". Non ci sono ancora dati certi sugli effetti della cura, ma "i risultati preliminari che sono incoraggianti".
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