“Di quanto è successo nella residenza Domus Aurea di Chiaravalle si occuperà la magistratura. E il dramma umano che si è consumato tra quelle pareti, in cui i nostri anziani avrebbero dovuto essere curati e tutelati, poco ha a che fare con il cambio al vertice della Protezione civile calabrese. Parliamo della inadeguatezza di una classe politica e dirigente che si è nutrita della sanità come ad una mangiatoia bassa, che ha trattato i pazienti come numeri. Oggi come ieri: prima posti letto da tagliare per far quadrare i conti, oggi decessi che crescono in maniera esponenziali. Ma in questi giorni abbiamo perso, e continueremo a perdere, genitori, nonni, persone care, e pagine importanti della storia di una comunità che di memoria e ricordi si nutre per non perdere la sua umanità”. E’ quanto afferma Fabio Guerriero, presidente dell’associazione “Socialisti e Democratici”.
“A Chiaravalle è mancata la capacità di gestire l’emergenza, rimessa alla buona volontà degli amministratori locali: delle responsabilità discuteremo dopo, mentre gli inquirenti già sono al lavoro per chiarire – dice ancora Guerriero -. Quello che preme adesso è salvare il salvabile: in questa struttura infetta ci sono ancora quaranta persone che nella civilissima Italia o vengono respinte dal ricovero di strutture vicine, vedi quello che è successo a Lamezia, o non possono essere gestite per mancanza di disponibilità economica. Però, abbiamo giustamente speso centinaia di migliaia di euro per far rientrare dalla Cina un giovane italiano. Possibile che anche davanti al dramma e all’emergenza, continuano ad esserci cittadini di serie A e cittadini di serie B? Possibile la Regione sia stata in grado di intervenire nei luoghi diventato focolai solo chiudendo i confini, per pensare all’urgenza sanitaria, come nel caso di Chiaravalle? Questi pazienti e questi operatori – conclude Guerriero - devono essere salvati: si chieda l’intervento dell’esercito per garantire il trasferimento in strutture attrezzate a prenderli in carico, e salvarli. Si proceda a controllare e tutelare tutti gli operatori sanitari delle case di cura per scongiurare altre stragi”.
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