La necessità di garantire un reddito ai tirocinanti impegnati negli enti locali, nei ministeri e nei Tis è stata sollecitata al governo nazionale attraverso un ordine del giorno presentato dai deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro e Walter Rizzetto, dopo che l’esecutivo giallo-rosso, ponendo la questione di fiducia sul decreto “Cura Italia”, ha fatto decadere gli emendamenti presentati dalle opposizioni.
L’ordine del giorno, che sarà discusso nell'ambito del dibattito alla Camera sulla conversione del "Cura Italia", punta ad attivare strumenti di sostegno al reddito come, ad esempio, il trattamento ordinario di integrazione salariale di cui all’articolo 19, ai tirocinanti di Enti Locali, Ministero della Giustizia, Miur, Mibact e dei Tis, che si sono visti sospendere o interrompere i percorsi formativi a causa delle misure di contenimento adottate per contrastare la diffusione del Covid-19, e che sono stati completamente esclusi dai provvedimenti del governo.
"L’articolo 19 – spiegano i parlamentari di Fratelli d’Italia - detta disposizioni speciali in materia di trattamento ordinario di integrazione salariale e di assegno ordinario per i datori di lavoro e i lavoratori che, nel 2020, ne fanno richiesta a causa della sospensione o riduzione dell’attività lavorativa dovuta all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma tra le diverse categorie di lavoratori in favore delle quali sono state predisposte misure di tutela non vi è fatta menzione della categoria dei tirocinanti, lavoratori precari che di anno in anno prestano servizio in settori strategici. Fin dai primi giorni dell’emergenza epidemiologica, ad esempio, alcuni Uffici giudiziari hanno esonerato o inibito la presenza in udienza ai tirocinanti, talora disponendo la “sospensione del tirocinio”, con il rischio di un differimento anche del termine di conclusione del tirocinio stesso e che il periodo di sospensione della presenza in udienza non venga considerato parte del periodo di svolgimento del tirocinio, anche ai fini dell’erogazione, nell’anno 2021, delle borse di studio".
"Per tali tirocinanti – aggiungono Ferro e Rizzetto - nonostante abbiano svolto per quasi un decennio il lavoro di cancelleria e siano stati selezionati e perfezionati per 3 anni all'interno dell'Ufficio per il processo, non è previsto alcun sostegno economico e non sono nemmeno considerati "precari" perché hanno lavorato senza un regolare contratto di lavoro, ma attraverso la reiterazione di tirocini per lo svolgimento delle medesime mansioni".
"Solo in Calabria – spiegano i parlamentari di Fdi - sono circa 7000 i tirocinanti che, a seguito delle misure di contenimento del contagio, sono stati sospesi dalle attività formative e oggi rischiano di essere dimenticati dalle istituzioni, senza lavoro, senza rimborso delle spese e magari con spese da sostenere, ad esempio, per l’affitto di appartamenti in città lontane. Si tratta di persone che hanno garantito con la propria professionalità gli apparati amministrativi dei Ministeri, ma anche e soprattutto gli enti locali sempre più allo stremo in termini economici, a causa dei bilanci ridotti al minimo dai continui tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni".
L’ordine del giorno punta ad impegnare il governo, oltre ad attivare strumenti di sostegno al reddito, ad assegnare un idoneo punteggio nei concorsi banditi dai Ministeri anche ai tirocinanti, al fine di non disperdere la formazione e le competenze acquisite negli anni e in linea con quanto disposto dal decreto per accelerare l'ingresso di nuova forza lavoro nel pubblico impiego.
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