Coronavirus. Fiorita denuncia: "Ugente il triage esterno che permetta di filtrare i casi sospetti. Anche qui siamo in ritardo"

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  05 marzo 2020 12:55

"E' qui. Il virus è a Catanzaro. Eravamo tutti consapevoli che prima o poi sarebbe arrivato ma averne la certezza è un'altra cosa. Cambia tutto". Lo scrive Nicola Fiorita su Facebook. 

"Da oggi il destino di ciascuno di noi è intrecciato con quello dell'altro: del panettiere, del vicino di casa, della maestra di scuola. Da oggi siamo chiamati ad essere una comunità, perchè l'errore di ciascuno si ripercuote su tutti e il comportamento virtuoso di ciascuno aiuta tutti.

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Uniti si vince, divisi si perde. E' semplice quanto essenziale. Ed allora comportiamoci da comunità. Le voci che stanno circolando sul primo caso di contagio sono in larga parte false o esagerate e non fanno bene a nessuno. D'altra parte sembra ormai accertato che ci sono stati degli errori e dei comportamenti non ottimali. Questo non deve più accadere, non ce lo posiamo permettere". 

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"Comportiamoci da comunità. E una comunità deve avere una sola voce, che non può che essere quella del suo sindaco. Invito Sergio Abramo a prendere in mano la situazione e a divenire il punto di riferimento di noi tutti. Da subito deve farsi identificare come un punto di riferimento certo e autorevole. E da subito deve garantire a Catanzaro alcune cose essenziali:  Informazioni certe. Non abbiamo bisogno di se, di forse, di probabilmente. Il Sindaco parli alla sua città ogni giorno e la informi adeguatamente.  Il nostro ospedale deve essere provvisto di una dotazione adeguata di mascherine, tamponi e del personale necessario ad eventuali sostituzioni. Siamo già in ritardo" aggiunge Nicola Fiorita.

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"E' assolutamente necessario che venga organizzato un triage esterno che permetta di filtrare i casi sospetti. Anche qui siamo in ritardo. Dobbiamo continuare a vivere, con tutte le accortezze, con prudenza, ma senza panico. Stiamo a casa il più possibile, evitiamo ciò che è evitabile, ma compriamo un libro nella libreria più vicina, una bottiglia di vino nell'enoteca, un cartoncino e i colori per i nostri figli nella cartolibreria di quartiere. I nostri negozi devono vivere, Catanzaro deve vivere. Uniti, insieme, per una volta. E poi magari per sempre". 

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