di CLAUDIA FISCILETTI
In prima linea nella battaglia contro il covid-19 non ci sono solo medici, infermieri, Osa e Oss, ma anche i dipendenti delle imprese di pulizie che ogni giorno sanificano i reparti degli ospedali. Una categoria che spesso viene nominata poco o addirittura viene dimenticata, non tenendo conto del ruolo fondamentale che ricoprono in questi giorni difficili, in cui il rispetto dell’igiene diviene ancora più importante.
In una lettera inviata il 10 marzo dai lavoratori campani al quotidiano online Casertasera, si legge: “In merito a quello che sta avvenendo oggi, per l’infezione da Coronavirus, spesso o quasi sempre, vengono citati solo medici e infermieri. Quasi tutti, si dimenticano di noi. Siamo gli addetti alle pulizie e vi possiamo assicurare che anche noi come medici, infermieri, Osa e Oss, facciamo la nostra parte, anche con grandi rischi, nonostante ci atteniamo rigorosamente a tutte le norme che ci vengono impartite dai nostri dirigenti. Il nostro, non è affatto un risentimento ma solo un modo per sottolineare che anche noi siamo in prima linea e come gli altri svolgiamo il nostro delicato ruolo con impegno e professionalità”.
Come i loro colleghi della Campania, anche due degli addetti alle pulizie dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro la pensano alla stessa maniera.
“Siamo stati presi in considerazione pochissimo dai media, nonostante il nostro lavoro di pulizia e sanificazione sia fondamentale per il giusto svolgimento delle attività ospedaliere”, spiegano i due dipendenti, rivolgendo un pensiero particolare anche ai loro colleghi e colleghe che devono sanificare il reparto di malattie infettive, per cui devono prendere il doppio delle precauzioni che prendono di solito. L’Azienda ospedaliera, in questo momento difficile, non ha lasciato da soli i suoi dipendenti infatti, come racconta uno di loro: “Abbiamo fatto un corso su come fronteggiare al meglio questa emergenza e sui dispositivi di protezione individuale che dobbiamo indossare”, quindi mascherine, visiere, calzari, camici e guanti doppi fanno parte delle “armi” che gli addetti alle pulizie indossano per svolgere il loro lavoro con responsabilità e professionalità. Non è una novità, per questa categoria, che già prima dello scoppio dell’emergenza usava queste precauzioni anche per reparti come ematologia o oncologia pediatrica, e anche quando devono sanificare le camere operatorie.
Si tratta di persone che hanno oltre 22 anni di esperienza in questo campo e che amano la loro professione. “La paura c’è”, racconta uno di loro per spiegare lo stato d’animo che li accompagna in questo periodo di emergenza, “soprattutto abbiamo paura per i nostri familiari, ma è un lavoro che facciamo con passione e con cui possiamo aiutare il prossimo”. Essendo una categoria che sta in prima persona nell’ospedale che ormai è divenuto una trincea, spesso vengono evitati dagli amici e dai parenti, come testimonia una delle addette alle pulizie: “Proprio questa mattina, alcune persone che conosco e che sanno che faccio questo lavoro, per strada mi hanno evitata”. L’operato di questi lavoratori non dev’essere sottovalutato, nonostante sia di vitale importanza.
Non è un periodo facile, tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo per collaborare nella sconfitta del coronavirus, ma coloro che sanificano gli ospedali corrono un rischio in più, al pari di medici ed infermieri. Non c’è un paziente al sicuro se non c’è un ambiente pulito, i medici non possono svolgere il loro lavoro con sicurezza se la camera operatoria non è sanificata. Dobbiamo fare gioco di squadra e sicuramente andrà tutto bene.
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