Con una lettera aperta i parlamentari M5S Bianca Laura Granato, Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela hanno chiesto ai deputati, ai senatori e ai consiglieri e ai dirigenti regionali calabresi di rinunciare a parte dei loro compensi per aiutare le persone più danneggiate dalla crisi economica.
«L’emergenza coronavirus richiede gesti, esempi, fatti. Vanno bene – hanno scritto i 5 Stelle – la collaborazione politica, lo spirito unitario, il cambio di toni e la saggezza individuale. Tuttavia essi non sono sufficienti. L’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno combattendo una battaglia durissima. L’epidemia virale ha prodotto tanti morti e grande dolore, comportato inevitabili e pesanti limitazioni delle libertà personali e paralizzato le attività produttive. Quando non ci saranno più contagi, ci ritroveremo, specie in Calabria, davanti al dramma della recessione – hanno avvertito i parlamentari del Movimento 5 Stelle – e poi della depressione, con ulteriori sofferenze per i lavoratori, le imprese, le famiglie, i precari, i disoccupati e lo Stato sociale».
«Già adesso – hanno rimarcato i pentastellati – si registrano situazioni critiche in larga parte della popolazione calabrese, angosciata dalla prospettiva della fame come nel dopoguerra. Le misure governative di sostegno serviranno ad alleviare le difficoltà, ma già da subito occorre avviare, in parallelo, iniziative di solidarietà concreta: chi ha di più dia a chi ha di meno, secondo un principio evangelico universalmente valido. Non possiamo fare diversamente».
«Per questo – si legge nella lettera aperta dei 5 Stelle – chiediamo ai colleghi parlamentari calabresi delle altre forze politiche di donare una parte dell’indennità, come noi facciamo da anni, a favore dei meno abbienti; nello specifico dei concittadini calabresi più colpiti dalla stretta di questo periodo. È altresì giusto e indispensabile che la Giunta e il Consiglio regionale della Calabria riducano le loro spese e destinino le somme ricavate ai calabresi più bisognosi. Si potranno trovare, magari insieme, i modi e le forme. Per esempio, in virtù di due leggi regionali che ne hanno fatto lievitare gli stipendi, a volte troppo come nel caso del vertice del Segretariato regionale dell’Assemblea legislativa calabrese, l’insieme dei dirigenti della Giunta e del Consiglio della Calabria – hanno osservato i quattro parlamentari – ha una retribuzione aggiuntiva di posizione che all’anno ammonta, rispettivamente, a 5.309.310,67 e a 752.857,17 euro. A tali somme vanno aggiunte quelle delle retribuzioni di risultato, i cui totali annui, con riferimento a tutti i dirigenti della Giunta e del Consiglio regionale, sono di 2.443.393,88 e 609.011,34 euro».
«Riducendo questi costi del 40%, in un solo anno – hanno proposto Granato, Sapia, D’Ippolito e Parentela – si risparmierebbero 3.645.829,224. Le somme annue a disposizione dei 30 consiglieri regionali sono pari a 5.864.400 euro. Se ridotte del 30%, si risparmierebbero 1.759.320 euro, che, sommati alle predette riduzioni, consentirebbero di recuperare 5.405.149,224 euro all’anno per le urgenze sociali derivanti dall’epidemia da coronavirus. Ci sono molte altre spese dei palazzi regionali – hanno aggiunto gli stessi parlamentari – che si possono sopprimere, tanti sprechi eliminabili. Dal canto nostro abbiamo già proposto il taglio dei parlamentari e la diminuzione delle relative indennità, oggi più che mai necessari. Dunque ci appelliamo alla politica e alla dirigenza regionale perché, secondo la loro coscienza e il loro giudizio, diano quell’esempio che qui abbiamo provato a indicare». «Da qui in avanti – hanno concluso i 5 Stelle – le nostre vite, tutte, saranno diverse. Come ha raccomandato Papa Francesco, dobbiamo abituarci ad avere di meno per aiutare chi sta peggio, il che permetterà di vivere in un mondo migliore».
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