Coronavirus, i difetti di comunicazione "istituzionali" creano il panico fra i calabresi

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  01 febbraio 2020 13:27

Il danno c'è stato. Non lo ha creato il Coronavirus che sta preoccupando il mondo ma i "difetti di comunicazione". Il ministero della Salute stila, ieri, una circolare sui protocolli da adottare nel paese, ma nel bel mezzo del linguaggio asettico spunta questo passaggio: "Con riferimento alla gestione dei potenziali casi di coronavirus, si rappresenta che -tra le regioni- la Calabria risulta essere quella con maggiori difficoltà di gestione dell'emergenza epidemiologica, non essendo dotata di una struttura specifica a tal fine dedicata. A tale riguardo si sottopone alle valutazioni l'individuazione di una figura specificamente incaricata di sovrintendere a tale situazione di emergenza". Un giudizio brutale da Roma, che lasciava intendere l'ennesimo commissariamento per carenze calabresi.

Ed invece non è stato proprio così. Dal dipartimento hanno fatto notare "l'ingiustizia' di essere tacciati come unica regione non pronta ad affrontare il coronavirus. Ricordiamo che c'è un caso sospetto all'ospedale di Reggio Calabria. Dalla Cittadella avevano fornito le indicazioni richieste quanto pare non pervenute a Roma. Difetti di comunicazione si diceva. I documenti sono stati mandati di nuovo e la circolare che impauriva la Calabria rimossa dal portale del ministero della Salute.

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Il centro rehionare di riferimento sarà al Pugliese di Catanzaro con un numero di posti letto riservati.La profilassi è stata attivata. La paura c'è stata, ma si poteva tranquillamente evitare.

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