di TERESA ALOI
Tornano a casa. Tra i loro affetti. Coccolati come mai in questo particolare momento. Per dimenticare e andare avanti.
I pazienti della Domus Aurea, la residenza sanitaria assistenziale di Chiaravalle, una delle prime Rsa ad essere stata "contagiata" dal coronavirus, ricoverati al Policlinico Universitario di Catanzaro (attualmente 44 ricoveri in corso) cominciano ad essere dimessi, guariti.
La maggior parte di loro sta bene. Hanno risposto bene alla terapia di supporto e a quella covid.
Una bella notizia, una grande soddisfazione per il personale medico e sanitario per aver curato una delle categorie più fragili e indifese. I loro sorrisi, gli occhi che parlano dietro la mascherina, il loro coraggio, sono stati per i medici la forza per non smettere mai di sperare in una loro guarigione. Una corsa contro il tempo per riportali alla vita. Quella normale fatta di piccole cose.
"Vorrei esprimere - ha sottolineato il professore Carlo Torti, infettivologo catanzarese, direttore dell'Unità operativa Malattie infettive tropicali del Policlinico - il mio personale ringraziamento a tutto il personale: dirigenti medici volontari ospedalieri, al prof. Giudice (anch’egli volontario), al prof. Trecarichi che ha condiviso l’opera di preparazione e coordinamento e i giovani specializzandi di Malattie infettive, Medicina interna e Pneumologia, e una giovane specialista in Malattie Infettive che si sono offerti di prestare la propria opera come dirigenti medici di area Covid. E poi, gli infermieri sapientemente guidati dalle loro caposala, gli operatori socio-sanitari, i tecnici e il personale della radiologia e dei laboratori, i servizi esterni all’area Covid (farmacia, ufficio tecnico e impresa per le pulizie e sanificazione) e i vertici accademici e ospedalieri. In particolare - ha aggiunto il professore - il personale in area Covid che in brevissimo tempo ha “lanciato il cuore oltre l’ostacolo”, facendo prevalere la forza dell’altruismo e l’alta professionalità sulla paura, in tal modo rappresentando un vero esempio morale e deontologico per tutti. La lotta non è finita ma una prima battaglia contro il virus è stata vinta".
Vinta, già. Perché dopo mille tribolazioni, accuse e smentite a suon di querele e denunce - la procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo - vissute tra le mura della Domus Aurea, oggi quei pazienti e le loro famiglie possono tirare un sospiro di sollievo. Erano arrivati in 50. Una decina, quelli deceduti quasi subito dal momento del ricovero perché affetti da serie patologie pregresse. Gli altri, oggi fortunatamente stanno bene. Hanno superato la fase critica.
E per i medici, infermieri e operatori socio sanitari che li hanno avuti in cura è la più bella medaglia da appuntare al petto insieme alle tante altre.
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