Coronavirus. I pazienti dello Spallanzani salvati grazie al farmaco anti Aids. Di Maio e Speranza: "Più dubbi che certezze" (VIDEO)

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  27 febbraio 2020 17:10

di FRANCESCO PARAVATI

Niente di nuovo sotto il sole di Roma. La conferenza stampa organizzata dal Ministero degli esteri presso la sala della Stampa Estera a Roma doveva servire a tranquillizzare i corrispondenti stranieri in Italia che l’Italia non è un Paese focolaio, ma non ha ottenuto l’obiettivo che il Ministro degli esteri Di Maio e il Ministro della salute Speranza si erano prefissati. Eppure l’esordio era dei migliori: i tre pazienti Romani ricoverati all’Istituto Spallanzani sono infatti guariti, così hanno esordito i ministri accompagnati dagli eroi del giorno, i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della capitale, il direttore scientifico dell'Istituto, Giuseppe Ippolito e la direttrice generale Marta Branca. Anche i numeri sciorinati da Di Maio dovevano fare ben sperare: una slide in cui si afferma che solo lo 0,1% dei Comuni Italiani (11 su 7904) erano probabili focolai e quindi interessati da misure restrittive, solo lo 0,5% del territorio Lombardo e lo 0,05% del territorio nazionale.

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Anche la quarantena interessa solo lo 0.089% della popolazione nazionale. “Le nostre scuole sono aperte e i nostri figli vanno a scuola, le aziende e gli uffici continuano a lavorare, non ha senso creare inutili allarmismi come ad esempio in Piemonte che pur se registra un solo caso è stato già indicato da diversi paesi come un posto da non visitare pe il rischio Corona Virus” ha detto Di Maio. Eppure le tranquilizanti parole del ministro non hanno tranquillizzato i corrispondenti stranieri, soprattutto al momento di fare le domande. Perché lì è venuto il bello. Subito dopo che i ministri sono andati via e hanno lasciato i tecnici sotto il fuoco incrociato delle domande, le tante certezze della politica si sono sgretolate davanti ai troppi dubbi scientifici. Come si è propagato il virus? Da un cinese in gita turistica o da un manager italiano rientrato? Quante sono le persone atterrate in Italia da voli con la Cina da gennaio alla chiusura dei voli? L’unica certezza è che il manager italiano indicato come paziente zero in Lombardia, non lo è mai stato: “possiamo assicurare che non ha diffuso lui il virus” E allora chi? “ci sono gli investigatori al lavoro” tutto quel che si è riuscito a strappare. Inoltre si è scoperto che i due turisti cinesi guariti allo Spallanzani e in fin di vita fino a pochi giorni fa si sono salvati perché è stata sperimentata su di loro una terapia difficile da replicare se il virus si diffondesse: gli è stato somministrato il farmaco “salva Vita” lo stesso utilizzato per combattere l’AIDS e l’Ebola, anzi due la combinazione di Lopinavir/Ritonavir farmaci utilizzati per trattare appunto le patologie più gravi di HIV e non presente in commercio.

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“Un farmaco che può essere utilizzato solo in casi di estrema gravità e dietro specifica autorizzazione” ha spiegato il direttore Ippolito, appunto nella situazione dei due pazienti cinesi. Non vi è stato il bisogno di somministrarlo invece al giovane paziente italiano dello Spallanzani che aveva sintomi molto meno gravi e che è guarito grazie alla terapia dell’Istituto ma senza la somministrazione del farmaco. Eppure i due pazienti cinesi non erano anziani “65 anni” spiega la direttrice Marta Branca che non sa però dire se sia stato fondamentale l’utilizzo del farmaco e se senza di questo i pazienti non sarebbero sopravvissuti. Fatto sta che il farmaco non è stato somministrato agli altri pazienti deceduti nel resto d’Italia “non so se li avrebbe salvati - spiega ancora la direttrice – quello che so è che si trattava di pazienti che avevano altre gravi problematiche o erano molto anziani . In ogni caso per noi è stata una sperimentazione quella dell’utilizzo del farmaco salva vita che si è accompagnata a una terapia respiratoria che ha aiutato molto i pazienti a riprendersi oltre all’utilizzo del farmaco”. Intanto i numeri continuano a crescere, nonostante la stretta comunicativa annunciata da Di Maio e Speranza “d’ora in poi comunicheremo solo i dati verificati dall’OMS” annunciano e quindi con molta probabilità caleranno. Peccato che alle ore 12 erano già 528, quasi 200 in più di ieri.

 

 

 

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