Coronavirus. Il calcio nel pallone, il ministro dello Sport Spadafora allontana lo spettro della sospensione del campionato. Si punta a giocare a porte chiuse

di NICOLA LONDINO

Il calcio italiano è in tilt, dopo il polverone alzatosi in occasione del rinvio di Juventus-Inter, la Lega calcio di serie A è andata nel pallone, in tutti i sensi. Sono saltate entrambe le semifinali di Coppa Italia, Juventus-Milan di stasera e Napoli-Inter, in programma domani. Il calendario adesso rappresenta una vera corsa contro il tempo, soprattutto per le prime della classe che devono far fronte anche agli impegni delle competizioni europee (salvo eliminazioni premature). 

L’emergenza Coronavirus va a sconvolgere anche il campionato delle squadre di media-bassa classifica che si troveranno a maggio in una situazione molto caotica. Intanto anche ieri in serie B si è giocato normalmente, come se la serie cadetta, assieme alle tifoserie delle squadre che vi partecipano, sia immune al covid-19. Le malelingue puntano il dito contro i colossi della massima serie che non vogliono perdere gli introiti derivanti dalle partite di cartello e quindi non sono disposte a giocare a porte chiuse. Soluzione verso la quale si stava andando, prima del pandemio di sabato mattina. in ogni caso la gestione di questa emergenza sta sfiorando il ridicolo secondo gli addetti ai lavori. Alcuni allenatori come Liverani (mister del Lecce) e Gattuso (coach del Napoli) hanno tuonato con parole molto forti.

Ieri si vociferava sulla sospensione di un mese, di tutto il campionato. Oggi invece il ministro Spadafora si è espresso così: "Sullo sport cercheremo di contemplare il prosieguo di tutte le attività e anche del campionato ma nel rispetto della salute di tutti. A porte chiuse? Si va verso questo tipo di provvedimento." La saga continua.

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