Coronavirus. Il Codacons boccia il decreto del Governo: "Autorizza rincari dei prezzi del+300%"

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Francesco Di Lieto
  29 febbraio 2020 12:36

Durissimo il Codacons contro il decreto sull’emergenza coronavirus approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. 
“Si tratta infatti di un provvedimento non solo inadeguato e insufficiente, ma addirittura pericoloso per i cittadini italiani – spiega il vicepresidente Francesco Di Lieto – Siamo allarmati soprattutto per la parte del decreto relativa alle speculazioni sui prezzi laddove, punendo esclusivamente i soggetti che aumentano i prezzi più del triplo rispetto ai listini medi degli ultimi 30 giorni, finirebbe di fatto per autorizzare rincari dei listini fino al +300%. Se fosse confermata tale misura, si darebbe il via libera agli speculatori, che potrebbero rincarare a proprio piacimento i prezzi approfittando dell’allarme coronavirus, purché non superino l’assurda soglia del triplo fissata dal Governo”.

"Anche in materia di viaggi e turismo il decreto è assolutamente carente – prosegue la nota del Codacons – Si prevedono infatti misure di compensazione solo per chi non ha potuto viaggiare da e per le zone rosse o usufruire di pacchetti turistici a causa delle limitazioni imposte dalle autorità italiane e straniere, e sembra escludere dal diritto di ottenere rimborsi tutti coloro che hanno rinunciato alle partenze in virtù della situazione di forza maggiore determinata dall’emergenza coronavirus. Inutile poi sospendere solo versamenti fiscali e Inps perché in tutta Italia, soprattutto in regioni a vocazione turistica come Calabria, hotel e strutture ricettive chiudono e licenziano a causa del crollo delle presenze: servirebbe semmai un flusso di denaro pubblico in favore di ciascuna impresa pari al minimo necessario per pagare personale, fornitori, beni e servizi legati alle prenotazioni annullate". 

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Un decreto che tutela solo le zone rosse d’Italia, e solo alcuni soggetti, è inaccettabile, perché abbandona il resto d’Italia e dimentica la stragrande maggioranza di cittadini e imprese attualmente danneggiati da questa isteria collettiva denominata coronavirus”.

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