Coronavirus. Il Csm dispone: "Lavoro da casa per magistrati"

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Un'aula di tribunale
  05 marzo 2020 17:06

Adottare misure organizzative che consentano "lo svolgimento dell'attività lavorativa dal domicilio del magistrato" e "il lavoro da remoto mediante l'utilizzo delle dotazioni tecnologiche e informatiche fornite dal ministero".

E' quello che dispone il Csm nelle linee guida per i dirigenti degli uffici giudiziari sull'emergenza Coronavirus approvate oggi dal plenum. E al ministro della Giustizia Bonafede si chiede di valutare la "modifica delle norme processuali necessaria a garantire la piena utilizzazione in tutti i procedimenti civili e penali delle modalità di svolgimento delle attività giurisdizionali svolte da remoto".

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Se l'adozione delle misure idonee a evitare il rischio di contagio da Coronavirus e "le ridotte risorse disponibili rendessero impossibile la prosecuzione ordinaria dell'attività degli uffici giudiziari, i dirigenti dovranno organizzare lo svolgimento del lavoro, garantendo i servizi essenziali", cioè la convalida dell'arresto e del fermo, i procedimenti con detenuti, i processi che presentano carattere d'urgenza e quelli a carico di imputati minorenni. Lo prescrive il Csm nelle linee guida sull'emergenza Coronavirus

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"In ogni caso", i dirigenti degli uffici, scrive il Csm, "dovranno raccomandare ai magistrati la trattazione di un numero di procedimenti compatibile con le prescrizioni" dell'ultimo decreto del governo, che raccomanda la distanza interpersonale di almeno un metro nei contatti sociali. E questo dovrà essere fatto con "l'eventuale rinvio dei procedimenti non urgenti" per garantire "l'effettivo rispetto delle misure igienico-sanitarie" richieste dal decreto. 

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