Coronavirus. Il presidente della Regione Calabria, Santelli: "La nostra sanità non può reggere"

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La presidente della Regione Calabria, Jole Santelli
  09 marzo 2020 09:34

L'esodo incontrollato "porterà all'aumento esponenziale del contagio anche da noi. È evidente che una sanità come quella calabrese, vessata da anni da tagli selvaggi, non è in grado di reggere una situazione di totale emergenza".

Lo dice in un'intervista alla Stampa Jole Santelli, governatrice della Calabria, che lancia un appello per chiedere a chi vive o lavora al Nord di non rientrare, annunciando la quarantena obbligatoria per chi torna.

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"Dobbiamo considerare che già il primo decreto sulla zona rossa aveva determinato l'arrivo in Calabria di molte persone provenienti da lì. E in effetti le persone sottoposte a tampone con risultati positivi avevano tutti collegamenti con quelle zone - spiega - Il decreto di sabato, che non ha previsto contromisure per le regioni del Sud, ha dato il via a un esodo di massa. Il timore di una diffusione massiva del contagio anche nelle nostre regioni è una possibilità realistica". Ora per la governatrice vanno controllati treni e pullman di lunga percorrenza, serve che il governo impegni prefetti e forze dell'ordine nei controlli e "occorrono sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Ci sono materie che attengono alla potestà dello Stato che deve esercitarla".

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La sanità calabrese è sottoposta "da anni a piano di rientro, a commissariamento ed infine c'è stato il decreto Calabria e il risultato è che "abbiamo una sanità che già boccheggia per offrire un servizio sufficiente. Fronteggiare un' emergenza che ha portato al collasso una sanità modello come quella lombarda fa venire decisamente i brividi. Abbiamo predisposto il piano di emergenza, ma siamo consapevoli dei nostri limiti". C'è la necessità "di ulteriori 50 posti letto in Terapia intensiva e 140 posti tra Malattie infettive e Pneumologia" e "c'è bisogno di attrezzature e di personale medico e paramedico". Per questo "abbiamo fatto le nostre richieste al Ministero, che ha varato un decreto apposito in materia di personale sanitario. È una lotta contro il tempo, ma se ciascuno svolgerà il proprio compito istituzionale, ce la possiamo fare". 

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