Coronavirus. Il sindaco di Nicotera dopo il primo positivo in città: "No a caccia all'untore"

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Coronavirus (Foto d'archivio)
  15 marzo 2020 17:15

Dopo la diffusione della notizia, avvenuta ieri sera, del primo caso di coronavirus in città e la ridda di voci che ne è seguita, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Pino Marasco interviene sulla vicenda cercando di rassicurare la popolazione e fermare 'la caccia all'untore' che già su qualche gruppo Fb locale si stava per scatenare.

"Il soggetto in questione, si trovava al nord per lavoro stagionale e poiché la struttura alberghiera in cui lavorava ha mandato a casa tutti i dipendenti è stato costretto a tornare a Nicotera, affittando un'auto", scrive Marasco. Il sindaco evidenzia poi che il "soggetto, una volta giunto in città, si è posto immediatamente in isolamento e non ha avuto contatti neanche con i propri familiari".

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A scopo precauzionale, anche le due persone di un paese del vibonese che hanno viaggiato assieme a lui, sono stati posti in quarantena. "Le voci di avvistamenti del nostro concittadino per le pubbliche vie, alla posta o in altri luoghi, circolate ieri sera sui social, sono quindi destituite di ogni fondamento ed è inoltre falsa, la stima, circolata in questi giorni, del rientro in paese, dalle regioni settentrionali, di un centinaio di persone. Questo numero, è stimabile invece, alla data odierna, in circa una trentina di unità che si sono peraltro poste in quarantena", ha aggiunto il sindaco invitando la popolazione a mantenere la calma e non lasciarsi "andare ad una caccia all'untore indegna di un paese civile come Nicotera, da sempre una comunità accogliente e ospitale.

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Una caccia che, ieri, ha visto circolare sui social, commenti fuori luogo che, anche nel clima di comprensibile paura che tutti stiamo vivendo, non sono accettabili e che potrebbero anche avere conseguenze sul piano giuridico-penale. I nostri fratelli che lavorano al nord come stagionali, non sono andati la' per una villeggiatura e dovrebbe essere chiaro che, nel momento in cui le strutture turistiche hanno chiuso i battenti, sono stati obbligati a tornare in città. Pertanto purché essi si siano posti in isolamento non devono essere fatto oggetto di attacchi e di invettive".

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