L’Ordine degli Avvocati di Catanzaro e l’Ordine dei Medici della Provincia di Catanzaro e le O.O.S.S. Anaao-Assomed e Cisl Medici, insieme per opporsi all’emendamento proposto per le immunità delle strutture sanitarie.
"La grave epidemia causata dalla diffusione del Covid-19 ha determinato per il personale medico-sanitario la più grande sfida probabilmente che si è mai registrata nella storia. La missione salvifica, impellente necessaria: “proteggere quante più vite possibili”. Missione che per la prima volta, però, deve bilanciarsi con il proprio diritto alla salute, alla vita propria ed a quella dei propri familiari. Ma non basta; il contemperamento delle due esigenze incontra altri ostacoli determinati da turni massacranti di lavoro e dal rischio, non solo paventato, di dover fare conti con le responsabilità in ambito civile penale. Ad oggi, sono 80 i medici morti in Italia e, si stima che il 15% degli operatori sanitari sia positivo al Covid-19". E' quanto scrivono nella nota firmata il Presidente Ordine Avvocati Catanzaro, Avv. Antonello Talerico, il Presidente Ordine Medici Chirurgi e Odontoiatri Prov. Cz, Dottor. Vincenzo Antonio Ciconte, Segretario Regionale Anaao-Assomed, Dott. Filippo Maria Larussa, e il Segretario Regionale Cisl Medici, Nino Accorinti.
"Appare allora deprecabile che in sede di discussione al Senato sulla conversione del decreto legge Cura Italia (il dl n.18 del 17 marzo), siano stati presentati alcuni emendamenti che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare “in caso di danni agli operatori”: COME DIRE MANDIAMO AL MASSACRO MEDICI ED INFERMIERI, TANTO NESSUNO NE SARA’ RESPONSABILE. Gli emendamenti appaiono tutti caratterizzati dalla irragionevole opzione di de-responsabilizzare, in ogni settore dell’ordinamento, le scelte organizzative, gestionali e di tutela cui sono tenuti i datori di lavoro (titolari di strutture sanitarie e dirigenti) smaterializzando tutti i presidi e le garanzie che costoro – ancor più in una fase così delicata – hanno l’obbligo tecnico e giuridico di approntare per il personale sanitario", prosegue la nota congiunta.
"Ed allora - si legge ancora- , la missione deve andare avanti e poco importa se proprio le strutture sanitarie rappresentano il luogo dove maggiore è il pericolo di contrarre il temuto virus; nessun rimprovero potrà essere mosso a chi governa le scelte organizzative di tutela dei sanitari ed anche dei pazienti. Ed allora, appare evidente l’immoralità e l’iniquità che caratterizza questi emendamenti, le cui ricadute pratiche acuirebbero la già drammatica situazione in cui il personale sanitario e pazienti si vedono costretti a vivere.A fronte della pandemia si devono, piuttosto, implementare le tutele degli operatori sanitari e, conseguentemente dei pazienti. Gli emendamenti proposti determinano forme irrazionali di scarnificazione dei presidi legali incompatibili, peraltro, con i principi ordinamentali e costituzionali del nostro paese".
"Le valutazioni sottese agli emendamenti non possono trovare alcuna legittimazione nell’eccezionalità della epidemia: il sacrificio di vite umane e di chi si batte con abnegazione per salvarle non può – oggi più che mai – essere sprovvisto dalla responsabilità di chi sovraintende e gestisce le risorse umane e strumentali. Dobbiamo, invece, rafforzare il sistema delle garanzie e degli strumenti di tutela in favore dei sanitari “colpiti” in trincea dal virus, poiché loro sono la nostra unica linea difensiva, costretti a lavorare in condizioni da terzo mondo a danno quindi anche dei pazienti.Ora che queste risorse sono allo stremo, i sanitari non possono essere lasciati soli e sprovvisti degli strumenti necessari a salvare le vite umane, proteggendo la loro vita e quella dei loro pazienti.Gli emendamenti, quindi, rappresentano davvero tutto quello di cui oggi il paese e la sanità non hanno bisogno. La loro approvazione significherebbe trasformare la missione in un martirio che il Paese non vuole e non può permettersi. Per questi motivi, chiediamo l’immediato ritiro degli emendamenti proposti, con la speranza che i proponenti abbiano compreso l’errore, non solo giuridico, che stavano commettendo creando un grave vulnus a danno proprio del personale sanitario.Nella certezza che il virus non possa essere fronteggiato attraverso immunità di classe o da privilegi di categoria, l’auspicio è che le future iniziative legislative siano sospinte dalla volontà di accrescere piuttosto le garanzie in favore del personale sanitario e della collettività", chiosa il comunicato.
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